Reportage

Viaggio tra i centri comunali d'arte e cultura a Cagliari

Autore: Barbara Piras,
1 luglio 2010, 13:41
Uno sguardo sulla proposta culturale cittadina.
A sinistra Fabrizio Frongia e Giorgio Pellegrini
A sinistra Fabrizio Frongia e Giorgio Pellegrini

Prospettive future

Nel 2006, vista la positiva esperienza del Consorzio Camù e preso atto che sarebbe stato opportuno allargare l’offerta culturale cittadina, il Comune di Cagliari elaborò un progetto con cui si sarebbe dovuto procedere alla riorganizzazione dei beni culturali presenti sul territorio della città.
Il progetto, presentato alla Regione per partecipare al bando di finanziamento e richiedere un contributo a valere sulla LR 7/2005, prevedeva l'allargamento del Sistema Museale della città di Cagliari. Questo Sistema doveva contemplare, oltre alle strutture già gestite da Camù, anche altri beni come la Galleria Comunale d’arte, il Museo d’arte siamese Stefano Cardu, il Centro culturale comunale Ex vetreria, il Centro di Villa Muscas, l’Anfiteatro romano, la Grotta della Vipera, la Villa di Tigellio, il Carcere di Sant’Efisio, la Cripta di Santa Restituta e altri siti ipogei. Si prospettava dunque la nascita di un sistema che avrebbe aggregato il complesso dei beni e degli istituti museali cagliaritani. Per la gestione di tale sistema si optava per l'affidamento diretto ad una fondazione da istituire appositamente e partecipata in misura prevalente dal Comune.
Con Delibera GC n. 349 del 14 settembre 2006 il progetto, anche se approvato dalla Giunta comunale, fu parzialmente rimodulato: nel nuovo documento infatti non si fa più cenno alla creazione di una Fondazione, ma si stabilisce che per il sistema museale, composto dalle stesse strutture del precedente progetto, si sarebbe dovuto procedere alla gestione indiretta dei servizi tramite concessione a terzi. Il motivo di tale modifica può essere spiegato forse dal gravoso impegno finanziario che il Comune avrebbe dovuto sostenere, secondo l’elaborazione del progetto, per l’attuazione della Fondazione. Ma anche da un mutato assetto legislativo regionale relativo al conferimento di contributi pubblici agli enti locali. In particolare la LR 9/2006 prevedeva una diminuzione degli interventi per attività e manifestazioni culturali da 3.400.000 euro nel 2006 a 2.100.000 euro nel 2008.
Il progetto del sistema museale di Cagliari, così come presentato nel 2006, non è stato concretamente avviato. E' un progetto difficile da portare avanti, la contingenza economica lo rende per ora complicato. Negli ultimi anni l'amministrazione comunale ha lavorato per aprire nuovi centri culturali, ma questo ha comportato un aumento ingente delle spese di gestione che sono diventate insostenibili a fronte sopratutto di un budget sempre più limitato. “Quest'anno ho rischiato di non poter fare iniziative- ha dichiarato l'Assessore alla Cultura Giorgio Pellegrini-, ho sempre meno fondi a disposizione. Su 900.000 euro di cui il mio Assessorato dispone quasi tutti se ne vanno in spese di gestione. Alla fine dei conti avevo meno di 50.000 euro per le mostre. Questo significa che faccio letteralmente delle acrobazie. Mi affido perciò agli aiuti della regione, al sostegno dei privati, in particolare delle Cantine Dolianova, Santadi e Argiolas che continuano a sponsorizzare la cultura, e spero di poter contare sul contributo della Fondazione Banco di Sardegna”. Per l'Assessore il Sistema Museale nella sua forma attuale presenta dei punti di forza eccellenti: dislocazione monumentale, quotidianità del servizio, diversificazione dell'offerta e un aumento dell'occupazione giovanile con uno sviluppo di competenze specifiche e qualificate. “Ma -prosegue Giorgio Pellegrini- i centri oggigiorno sono in quantità eccessiva, e questo rappresenta un punto di debolezza. Io ho sempre proposto una loro riduzione, bisognerebbe ritornare ai quattro centri storici, l'Exmà, il Lazzaretto, Ghetto e, considerando che il Castello San Michele farebbe sistema in una logica di quartiere, direi l'Ex Palazzo di Città. Inoltre quest'ultimo edificio, insieme alla Passeggiata Coperta, che potrebbe ritornare ad essere il buon salotto dei cagliaritani, e all'Ex Teatro civico con il suo servizio di emeroteca darebbero nuovo slancio e vita al rione di Castello. Gli altri centri quindi potrebbero avere altre destinazioni d'uso, con un'offerta sempre più diversificata”. L'Assessore alla Cultura auspica una sempre maggiore sinergia con l'Assessorato al Turismo e quello alle Politiche sociali sopratutto dal punto di vista della divulgazione e comunicazione delle proposte culturali. “Il mio è un grido di dolore -conclude Giorgio pellegrini- soffro per la limitata comunicazione all'esterno di quello che propongo. Ho sempre la sensazione di adoperarmi nel fare le cose ma che nessuno le venga a sapere. Nella mia attività ho continuamente cercato di fare della nostra città un centro del Mediterraneo, e questo è il mio punto di orgoglio”.

Il Presidente del Consorzio Camù Fabrizio Frongia, testimone dell'unica forma di gestione integrata concreta e dei successi che l'hanno accompagnata, spera di poter proseguire il dialogo sul progetto di un Sistema Museale cittadino allargato a tutti i centri d'arte, musei e siti archeologici presenti sul territorio cagliaritano. “Quello che mi auguro e propongo – ha detto- è una tavola rotonda in cui singoli gestori, noi del Consorzio e gli amministratori locali possano confrontarsi e superare le posizioni individuali per il bene comune. E' necessario risolvere l'instabilità attuale nell'applicazione delle normative di settore a livello regionale per fornire una completa integrazione dell'offerta culturale cittadina con quella turistica. Tutto questo sarebbe auspicabile sia per un interesse sempre maggiore dei cagliaritani verso la cultura, interesse ampiamente dimostrato nel corso delle manifestazioni di “Monumenti Aperti”, sia per un'evidente crescita della presenza dei turisti in questi ultimi due anni”.