Daniela Noli è la prima donna a ricoprire l'incarico di presidente dell’Ersu di Cagliari. Laureata in Pedagogia, è vicepresidente dell’Associazione nazionale degli organismi per il diritto allo studio universitario (Andisu) oltre che essere il coordinatore nazionale (sempre Andisu) della commissione Orientamento.
Prima di ricoprire l’incarico di presidenza dell’Ente regionale per il diritto allo studio universitario di Cagliari, dal 2006 al 2009 è stata assessore alle Politiche giovanili, Affari Generali, Decentramento e Assistenza Zooiatrica nel Comune di Cagliari.
Sempre a favore dei giovani ha attivato e implementato i servizi a sportello. Fra questi lo Sportello casa, di intermediazione per la ricerca della casa, e lo sportello Terzo settore, per l’avvio dell’auto-imprenditorialità.
Il suo motto è “stare dalla parte degli studenti”, cosa che le riesce bene: gli ultimi sondaggi rilevano che i ragazzi apprezzano appieno il lavoro dell'ente.
D: Dottoressa Noli, Cagliari è una città a misura di studente? Cosa si potrebbe fare per migliorarla?
R: Cagliari viene ritenuta una città universitaria, però ha ancora tanto da fare perché lo sia effettivamente. Infatti, è necessario attivare tutta una serie di servizi, proprio in collaborazione con il Comune di Cagliari, affinché gli studenti, quando si muovono nel territorio, possano avere la possibilità di ottenere un pasto ad un prezzo concordato, fruire di biblioteche, spazi di aggregazione e culturali.
D: Recentemente è stato inaugurato il nuovo spazio studio Welcome day, al 7° piano dell'Ersu. Come hanno reagito gli studenti?
R: I ragazzi hanno reagito molto bene, anche perché l'Ersu, dal 2010, ha rivolto i servizi alla generalità degli studenti, cioè a tutti coloro che fanno capo all'Università degli Studi di Cagliari. Lo spazio Welcome Day è stato pensato soprattutto per gli studenti pendolari, per permettere loro di avere un posto per poter studiare o incontrarsi, tra una lezione e l'altra.
D: Quali sono le principali difficoltà a cui l'Ersu va incontro in questo periodo?
R: Sicuramente i tagli economici, in quanto uno dei nostri servizi primari è sempre stato l'erogazione delle borse di studio, che permette allo studente di beneficiare di un diritto costituzionale: quello allo studio. L'approvazione del decreto 68, nel marzo del 2012, ha modificato fortemente questo diritto, portando sia effetti positivi, come l'allargamento dei servizi a tutti gli studenti, che negativi, in quanto i fondi sono sempre meno.
D: Lo scorso febbraio, nella sala conferenze dell'ente, ha presentato l’attività di bilancio del Progetto Student Jobs. Può fornirci un breve resoconto?
R: Lo “Student Jobs” è nato dalla necessità di mettere gli studenti nelle condizioni di avere tutte le informazioni che si muovono non soltanto nel territorio regionale, ma anche nazionale ed internazionale: borse di studio, corsi di formazione, bandi, master seminari.. Per far questo abbiamo costituito una rete interistituzionale, di cui fanno parte diversi partners, con lo scopo di dare indicazioni sulle iniziative da essi attivate. I ragazzi selezionati per lavorare allo Sportello, dopo aver seguito un corso di 80 ore, si relazionano con i tutor delle diverse istituzioni ed inseriscono tutte le loro novità sulla pagina Facebook. In questo modo, si svolge un'importante funzione di tramite che permette agli interessati di usufruire del beneficio finale.
D: Quest'anno gli idonei non beneficiari sono saliti a 2196. Come si riesce a dare garanzie con un budget a disposizione sempre più ridotto?
R: Se mancano i fondi è difficile, se non impossibile, dare delle garanzie. La tendenza da parte della politica, a livello nazionale, è quella di delegare sempre di più le Regioni per quanto riguarda gli aspetti della cultura e della formazione. Sulla base di ciò, dovrebbe essere la Regione a sopperire ai tagli di carattere nazionale, cosa che non riesce assolutamente a fare. Per questo nuovo bilancio, si prevede circa un milione di euro in meno, che inciderà soprattutto sulle borse di studio per le quali è impossibile integrare in altri modi, come si cerca di fare per gli altri servizi.