Una bicicletta per salvare il pianeta, obiettivo affermatosi con forza negli anni settanta del novecento e divenuto sempre più importante negli ultimi anni con l'acuirsi delle problematiche legate ai danni ambientali, come l'inquinamento e la carenza delle risorse naturali, prodotti in buona parte anche dal modello di mobilità che si è imposto.
Chi sceglie le due ruote, non solo nel tempo libero ma come principale mezzo di trasporto, sicuramente riesce a risparmiare. IL risparmio è un'esigenza vitale in tempi di crisi e al contempo un modo per tutelare l'ambiente, sempre più minacciato da uno stile di vita caratterizzato dal consumo senza limiti e senza riguardi per la natura. Nel corso degli anni i comportamenti quotidiani, tesi apparentemente alla ricerca del benessere hanno contribuito a peggiorare la vita nelle città, si pensi ad esempio all'emergenza rifiuti, all'inquinamento acustico, dell'aria e delle acque, al traffico congestionato.
Tra i maggiori indiziati del processo di deterioramento, sicuramente, si trova l'uso indiscrimato delle automobili, anche per gli spostamenti più brevi, che ha reso necessario lo sviluppo di una mobilità sostenibile, quel sistema che favorisce la riduzione degli impatti ambientali sociali ed economici generati dai veicoli privati.
Cagliari non si tira indietro, per lottare contro gli effetti negativi di un modello di mobilità insostenibile e destinato a produrre effetti sempre peggiori nel lungo termine si arma di piste ciclabili, bike sharing, autobus green, zone pedonali e metropolitana leggera. Ovviamente, la guerra è appena cominciata ma l'amministrazione comunale ha già dato dei segnali forti per far capire quale cammino voglia intraprendere. Ora anche i cittadini dovranno fare la loro parte, ogni singolo con le scelte giuste può dare un notevole contributo alla causa. Chi sceglie di spostarsi a piedi o in bicicletta, inoltre, non solo aiuterà la città ma beneficerà di notevoli vantaggi anche in termini di salute e di risparmio economico. Riprendendo la celebre frase di Massimo d'Azeglio “abbiamo fatto le piste ciclabili, ora dobbiamo fare i ciclisti”.