Reportage

Una rivoluzione green: armati di zappa per cambiare il mondo

Autore: Laura Carossino,
10 maggio 2012, 10:15
Gli orti urbani: l'iniziativa sarda e le possibilità di condurre una vita ecosostenibile comodamente da casa.
Una rivoluzione green: armati di zappa per cambiare il mondo

Storia degli orti urbani

L' origine degli orti urbani è molto simile in tutte le parti del mondo: durante il periodo di industrializzazione un cospicuo numero di lavoratori con le loro famiglie, emigrarono dalle zone rurali verso la città in cerca di lavoro nelle crescenti fabbriche.
Spesso queste famiglie vivevano in condizioni economiche precarie, di emarginazione sociale e di malnutrizione per cui gli “orti dei poveri” ( i migrant gardens anglosassoni, i jardins ouvriers francesi ), allestiti in appezzamenti di proprietà delle amministrazioni locali, delle fabbriche o di comunità religiose, ebbero il compito di alleviare tali situazioni permettendo la coltivazione di ortaggi e l'allevamento di piccoli animali.

La loro diffusione aumentò in corrispondenza delle due Guerre Mondiali, quando la situazione socio-economica era disastrosa proprio dal punto di vista alimentare.
Molte città infatti furono isolate dalle zone rurali periferiche e i prodotti agricoli non riuscivano a raggiungere i mercati cittadini ed erano venduti a prezzo altissimo o al mercato nero.
Di conseguenza gli orti urbani ( divenuti “orti di guerra”) divennero essenziali per la sopravvivenza.

Ma tutte queste forme di orticoltura urbana dalla loro finalità originaria di assicurare l'approvvigionamento di generi alimentari, si evolsero svolgendo funzioni estetico-ricreative, educative, sociali e terapeutiche.
I “community gardens” e gli “allotment gardens” dei paesi anglosassoni sono i migliori esempi per capire questa evoluzione.
Tali spazi, sono diffusi in tutto il mondo in particolar modo negli USA, in Canada, Australia e Nuova Zelanda, anche se i loro scopi, struttura e organizzazione sono piuttosto variabili.

La prima associazione di singole persone, famiglie o piccole comunità dedite alla coltivazione di orti urbani fu costituita in Germania nel 1864 in seguito alle iniziative elaborate dal medico Daniel Gottlob Moritz Schreber.
Nel 1921, gli orti urbani tedeschi si organizzano nella “Bundesverband der Gartenfreunde”, che oggi riunisce circa 1,5 milioni di membri in circa 15.000 associazioni.

In Francia la storia degli orti urbani ha ufficialmente inizio nel 1896, anno in cui l'abate Lemire fonda la “Lingue du Coin de Terre et du Foyer” e crea l' “Ouvre de Jardins Ouvriers” allo scopo di offrire un aiuto alle famiglie in gravi difficoltà economiche.
Nel 1909 i “jardin ouvriers” vengono riconosciuti di pubblica utilità.

La comunità che coltiva gli orti ha costituito da sempre un rallentatore, un tentativo di riequilibrare i ritmi frenetici imposti dalla società moderna, che- come Tonnies ci insegna- sostituisce le relazioni meccanicistiche ed estemporanee ai legami sinceri, duraturi e naturali che animano invece le comunità.