Reportage

Teatro di Sardegna, una storia lunga quarant'anni

Autore: Barbara Piras,
10 maggio 2011, 12:21
Dagli anni 70 ad oggi: tra ricordi, passione e impegno giovani attori diventano professionisti.
Nozze di sangue - 2010 foto di Daniela Zedda
Nozze di sangue - 2010 foto di Daniela Zedda

Il nuovo che avanza: il “Teatro abitato”

Il 2009 inaugura una nuova stagione per la compagnia. Con la riapertura del Teatro Massimo, l'11 febbraio di quell'anno il Teatro di Sardegna è il destinatario primo della gestione di uno spazio importante per la città, restituito dopo 27 anni di chiusura. “Abbiamo organizzato- ricorda Isella Orchis-  un matinée di presentazione per il Comune di Cagliari, con la partecipazione dell'attrice Valentina Cortese che ha suggellato quel momento storico con alcune intense letture dal carteggio Eleonora Duse-Arrigo Boito”. Il Ce.D.A.C. inaugura il nuovo teatro con lo spettacolo “Slava's Snowshow” definito dal quotidiano londinese The Times un classico del teatro del XX secolo con l'interpretazione del migliore clown del mondo.

La guida artistica del Teatro di Sardegna viene affidata, nell'autunno successivo, a Guido De Monticelli che aveva già iniziato un lavoro di drammaturgia sul tema della giustizia. Il progetto sfocia in due produzioni legate ad una forte matrice culturale della nostra terra. La prima “Il Diritto e il suo Rovescio”, concepito in tre appuntamenti,  prende spunto dal “Cerchio di Gesso” di Brecht, e vuole essere una rivisitazione della tradizione giudicale sarda , dal Medioevo fino ai giorni nostri, soffermandosi in particolare sulla Carta De Logu e sulle antiche storie di giustizia e sopruso. 
La compagnia porta in scena questa nuova produzione prima al Teatro Club di Via Roma e poi inaugura il Minimax del Teatro Massimo nel mese di aprile 2009. La seconda produzione è “Sangue dal Cielo. Quasi un Musical” di Marcello Fois sempre per la regia di De Monticelli.

Lo slogan del nuovo direttore artistico è “il Teatro abitato”, un luogo dove c'è sempre attività. Ritrovare lo spirito e il senso di una bottega sempre aperta: questo è l'obiettivo di un teatro che vive in ogni suo angolo e in ogni parte della giornata, dove le lezioni di un corso o le prove di uno spettacolo la mattina lasciano il posto la sera al palcoscenico con le sue rappresentazioni o i concerti di musica jazz. “Ecco ciò che ispira i nostri sforzi- afferma Guido De Monticelli- e i nostri più intimi desideri”.

Nel corso del 2010 il teatro Massimo ha ospitato un lungo ciclo di laboratori, dal titolo “I Ritorni”, che ha visto partecipare, accanto agli artisti del Teatro Stabile della Sardegna, quindici giovani attori. “E' stato per noi un momento importantissimo- spiegano gli attori- perché ci ha consentito di metterci alla prova con attori più giovani, e ci ha anche permesso di incontrare grandi maestri e registi di talento con cui sono nate preziose collaborazioni”. Di tanto in tanto le lezioni si aprivano al pubblico che poteva così dare uno sguardo su quel lavoro artigianale e quotidiano. Da quei laboratori sono nate tre nuove produzioni, tre viaggi nel racconto, nella musica e nella poesia: “Storie a mare!”per la regia di De Monticelli dove un piccolo vascello di emigranti in viaggio verso l'America attraversa un mare fatto di suoni, di storie e di personaggi; “Il Ballo delle anime”, di Veronica Cruciani, racconta il cimitero di un paese sardo che prende vita e si svela al pubblico con storie di viaggi e di emigrazioni, di separazioni e di ritorni; “La Vita in versi”, protagonista uno degli attori più rappresentativi del teatro italiano, Franco Graziosi che offre la sua magistrale esperienza in uno spettacolo interamente dedicato alla poesia per ripercorre mille anni di storia della lingua italiana.    

La stagione 2010/2011 del Teatro di Sardegna potrebbe avere come sottotitolo “Il teatro e le generazioni” perché il terreno su cui il direttore artistico e tutta la compagnia si vogliono muovere è quello dell'incontro e delle scambio fra realtà artistiche diverse, fra i maestri, che portano la loro esperienza, e i giovani con la loro curiosità e passionalità. Su questa scia è stato pensato “Nozze di sangue” di Garcia Lorca interpretato da quattro attori della Teatro di Sardegna e quattro della giovane compagnia Atir di Milano diretta da Serena Sinigallia che, in collaborazione con lo scrittore Marcello Fois, ha trasportato la vicenda nella realtà barbaricina in un incontro tra la lingua spagnola, italiana e quella sarda. Con questa storia intensa ed emozionante si è rinnovata una delle linee storiche della compagnia: l'approccio alla cultura europea e contemporanea attraverso la lingua e la cultura della nostra terra.

Il programma di ospitalità - spiega Lia Careddu- è incentrato su queste linee guida che sono ormai diventate un punto di riferimento. La nostra rassegna è fatti anche di nomi e produzioni curiose, particolari, non necessariamente di grande richiamo, ma di grande impatto e di ricerca continua dello scambio culturale”.

Il lavoro del Teatro di Sardegna prosegue senza sosta. Nuove produzioni e nuove scommesse attendono la compagnia che si sente costantemente chiamata a nutrire la cultura teatrale per parlare al mondo contemporaneo con uno sguardo sempre rivolto alla tradizione del passato.