Reportage

Guida sulle aree verdi della città immersi nella natura, nella storia e nell'arte
Orto botanico
Orto botanico

ORTO BOTANICO

Merita un discorso a parte un altro polmone verde della città, l'Orto Botanico, atipico nella sua classificazione, perchè non rientra nella tipologia dei parchi, ma per la sua importanza storica e per l'innumerevole quantità di specie vegetali che custodisce da oltre un secolo, non poteva non essere citato.
In Italia esiste inoltre una sottile differenziazione tra la definizione di “giardino” e “ortobotanico, che ad esempio nella lingua inglese è unificata nel termine “botanic garden”. Il più antico orto botanico del mondo fu creato proprio in Italia. Risale al 1544 e sorse nell'Università di Pisa, appartenente all'epoca al Granducato di Toscana, ad opera del docente di medicina Luca Ghini, che fondò l'anno successivo l'orto di Firenze.

Le prime testimonianze sulla coltivazione delle specie vegetali per fini medici, sarebbero da attribuire all'India e alla Cina del II millennio a.C., e in Europa, all'Egitto e alla Grecia di Aristotele. In America si ricordano quelli realizzati dagli imperi Maya e Atzeco. Nel Medioevo nascono in Europa gli “orti dei semplici” (ossia delle piante officinali, dal nome latino “simplices” con cui venivano chiamati i medicinali estratti direttamente dai vegetali) ad opera dei monaci, in particolare Benedettini. Grazie al lavoro di questi amanuensi si son potute tramandare sino ad oggi le nozioni e i procedimenti della fitoterapia.

Con la scoperta del Nuovo Mondo, alla funzione di studio e ricerca che contraddistingue gli orti botanici, si aggiungerà quella di sperimentazione di nuove specie arboree, con i tentativi di acclimatazione delle specie esotiche provenienti dai possedimenti coloniali nelle Americhe, in Africa e in Oriente. Attualmente, con la creazioni di appositi laboratori e vivai specializzati nella coltivazione di piante ornamentali o destinate ad uso alimentare, la funzione prevalente degli orti botanici pare essere quella didattica e divulgativa.

Il primo tentativo di creare un orto botanico a Cagliari, tra il 1762 e il 1769, viene localizzato nelle vicinanze di viale Regina Margherita, in una località denominata “Su campu de su Re”. La toponomastica sarda ha conservato ancora una traccia di questo esperimento, poi fallito per l'inadeguatezza del suolo e la sua sovraesposizione ai venti provenienti dal mare: gli anziani conoscono la zona come “Sa butanica”.

Nel corso degli anni la zona prescelta per la creazione dell'orto botanico della città sarà quella attuale, nella valle di Palabanda, che nel '500 appartenne al medico cagliaritano Tommaso Porcell, poi passò prima nelle mani dei Gesuiti, e in seguito in concessione a Stefano Barberis, per diventare un vivaio di gelsi e sede di allevamento dei bachi da seta.

Al proprietario successivo, l'avvocato Salvatore Cadeddu, è legata una famosa vicenda della storia del Regno di Sardegna, denominata “congiura di Palabanda”, perché fu ordita e si consumò proprio nei terreni della valle. L'avvocato, allora segretario dell'Università di Cagliari, e alcuni membri della sua famiglia, organizzarono l'impresa nella notte del 30 ottobre 1812, con l'appoggio di una cerchia di professionisti appartenenti alla borghesia cagliaritana. L'obiettivo, fallito e conclusosi con l'impiccagione dell'avvocato e l'arresto dei suoi complici, era la cacciata del Re Vittorio Emanuele I e della sua dispendiosa corte dalla città, dove avevano trovato rifugio in seguito all'occupazione francese del Piemonte.
L'Università acquisterà il terreno solo nel 1858; l'esecuzione del progetto dell'architetto Gaetano Cima, avrà inizio l'anno successivo sotto la coordinazione del fondatore dell'Orto, il professor Patrizio Gennari, affiancato dal giardiniere Giovanni Battista Canepa. L'inaugurazione ufficiale avverrà il 15 novembre del 1866.

 

ELEMENTI DI PARTICOLARE INTERESSE BOTANICO

L'Orto è suddiviso in quattro settori principali:

  • Il settore mediterraneo, che comprende le specie provenienti dalla Sardegna (fillirea, palma nana, viburno, corbezzolo, ecc.) e dalle aree mediterranee o con clima simile al nostro (come Marocco, Cile, Australia, Brasile, Argentina, ecc.).
  • Il settore tropicale: la linea guida voluta dal fondatore dell'Orto, il dott. Gennari, era quella dell'acclimatazione delle specie di origine tropicale, come ad esempio tutta la serie di palmeti presenti che occupa una superficie di 4000 mq.

  • Il settore delle piante succulente, comunemente chiamate "grasse", comprende circa un migliaio di piante tipiche delle aree desertiche, tra quelle nel campo e quelle in serra. Di particolare rilievo l'Euphorbia delle Canarie situata in prossimità del muro di cinta: pare sia ad ora la più grande, in estensione, d'Europa; o ancora il frutto a forma di "asparago" gigante di un'agave americana.

  • L'Orto dei Semplici, con 130 piante officinali, è suddiviso in base alle funzioni benefiche per i vari apparati del corpo umano in: piante attive sul sistema respiratorio, genito-urinario, nervoso, muscolo-scheletrico, cardio-circolatorio, sull'apparato digerente e sulla cute e piante con un'attività antiparassitaria. Ad esempio l'olio estratto dalla pianta del cotone è utile per curare le malattie dell'apparato respiratorio, mentre quello di canfora allevia i dolori muscolari.

 

Sulla destra, in fondo rispetto all'ingresso e all'adiacente biglietteria, si potrà osservare una carrellata di piante citate nella Bibbia del Nuovo e del Vecchio Testamento, come il papiro, il mirto, o la zizzania ad esempio (una pianta infestante che ha dato luogo al famoso detto linguistico "non seminar zizzania").

Ma sono tantissime le particolarità vegetali che meritano una visita. Come una Palma da dattero che pur di raggiungere la luce ha contorto il suo tronco dando vita a forme singolari a ponte; Ficus magnoloides, carrubi e lentischi secolari; l'albero bottiglia (per il rigonfiamento nel tronco che rappresenta per la pianta una riserva d'acqua); l'albero fiamma (dal colore della sua fioritura che avviene ogni 4-5 anni); la Fitolacca: un albero dell'America meridionale capace di inglobare con le sue radici ciò che incontra, come sassi o un vicino Ficus. Ci sono addirittura dei fossili viventi, piante che sino a pochi anni fa si pensava fossero estinte, come la Wollemia Nobilis e la Metasequoia.

 All'interno dell'Orto sono presenti gli uffici del Centro Conservazione Bioverdisità che ha il compito di conservare 198 specie endemiche sarde: i semi delle piante vengono congelati per evitarne l'estinzione. Il centro è in contatto con 700 Orti diffusi nel mondo, con i quali intrattiene un rapporto di collaborazione scientifica e scambio di semi.

ELEMENTI DI INTERESSE ARCHEOLOGICO
Nella valle di Palabanda si possono ammirare importanti testimonianze dell'epoca punica e romana, come l'Anfiteatro romano e la Villa di Tigellio (un complesso con i resti di abitazioni romane e terme), rispettivamente a nord e a sud rispetto all'Orto botanico. Alcune di queste vestigia si trovano all'interno dell'Orto e sono aperte ai visitatori: la cava romana di calcare bianco, utilizzato per la realizzazione della calce viva, o il pozzo romano detto "libarium", con ancora la noria in legno dove venivano attaccati gli schiavi prima e gli asini poi, per creare il movimento meccanico che azionava il sistema di pescaggio dell'acqua con le anfore. Di grande suggestione il tunnel scavato dai romani per trovare la base di una delle numerose cisterne puniche presenti in loco, che conduce ad una cisterna cava di 12 m di altezza circa, che poteva raccogliere 160m³d'acqua piovana. I Romani la intonacarono con il coccio pesto (cocci frantumati e impastati con calce e pozzolana, un materiale lavico prelevato da Pozzuoli, nella zona vesuviana). Questa cisterna fu un rifugio per i militari nella seconda guerra mondiale.


 INFORMAZIONI UTILI

Indirizzo: viale S. Ignazio da Laconi, 13
Bus: Linee 1 e 10 sino alla fermata del Corso Vittorio Emanuele; linea 5 sino al viale Merello e linea 8 (scendere alla fermata di viale Buon Cammino)
Superficie: 38.379 mq
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 8.30-13.30 (orario invernale); 8.30-19.00 (orario estivo da aprile a settembre). Gli orari sono suscettibili a variazioni. Costo: 3 euro intero; 2 euro ridotto.
Sito web: www.ccb-sardegna.it. Per prenotare le visite guidate tel. 070 6753522; biglietteria: 070 6753501/12
Fauna: Si è riscontrata la presenza di pappagallini verdi.
Accessibilità: Il parco è accessibile ai disabili e i pannelli esplicativi delle piante officinali dell'Orto dei Semplici hanno i anche i caratteri per ipovedenti e nel retro il braille per i ciechi.
Parcheggi auto: lungo il viale S.Ignazio da Laconi e nelle vie del circondario.