Anche il capoluogo sardo presenta un’alta concentrazione di immobili statali in uso agli Enti Militari: l’elenco è lungo è interessa moltissime aree della città che vanno dal litorale al centro storico. Coste, palazzi, parchi naturali, stabilimenti balneari e caserme sono utilizzati dai militari per un totale di due milioni di metri quadrati da restituire alla città. La maggior parte di queste è rimasta inutilizzata a lungo e nel frattempo un’intera città vi è cresciuta attorno: ad esempio l’ex deposito carburanti di Monte Urpinu è circondato da un intero quartiere e dal parco di Molentargius. La sospensione della leva obbligatoria ha, inoltre, privato di qualsiasi utilità innumerevoli strutture, un tempo capaci di ospitare migliaia di persone e ora vuote e abbandonate alla desolazione. Con la fine della II conflitto mondiale e della guerra fredda queste aree hanno perso completamente la loro ragione storica e sarebbe ora che il territorio accelerasse il processo di smobilitazione.
Ma quale destinazione d’uso sarà loro riservata? Il rischio maggiore è che le strutture siano occupate abusivamente, pericolo che sarà scongiurato grazie all’intervento del Comune. La Commissione Comunale Cultura, infatti, al lavoro con i primi sopralluoghi si sta attivando per assicurare queste aree al servizio pubblico. Sono già diversi i beni teoricamente disponibili, ma di fatto ancora inutilizzati, che il Comune vorrebbe impiegare per la realizzazione di uffici o centri di servizio da assegnare alle associazioni culturali o di volontariato. Tantissime le potenzialità di questi siti che l’amministrazione comunale intende recuperare e sfruttare a favore dei suoi cittadini. Le idee non mancano: si ipotizza la realizzazione di un museo di scienze naturali con caratterizzazione botanica nell’ex deposito dell’aeronautica, al quale affiancarne anche uno storico che illustri la storia militare della città. Moltissime altre aree potrebbero diventare, invece, la sede di associazioni culturali o spazi per ospitare grandi eventi; alcuni consiglieri hanno addirittura proposto che una quota di queste sia destinata all’edilizia agevolata per giovani coppie.
Bisogna, tuttavia, riconoscere alle servitù militari il merito di aver preservato queste aree dagli scempi dell’edilizia che tanti danni avrebbero potuto arrecare all’ambiente. Per questa ragione è fondamentale che le aree siano riconsegnate alla collettività così come sono evitando che dalle mani dei militari possano passare in quelle di impresari senza scrupoli. Eventuali progetti di riqualificazione che comprendano pianificazioni urbanistiche devono operare in modo responsabile e attento alle esigenze del territorio.