Reportage

Quali e dove sono. Dismissioni e ipotesi di recupero.
Caserma Carlo Ederle a Cagliari
Caserma Carlo Ederle a Cagliari

Brevi cenni sulla storia dei beni del demanio militare nell’Isola

La storia dei beni del demanio militare nell’Isola ha conosciuto diversi capitoli e ancora non si è giunti al suo epilogo. Da quasi sessanta anni, infatti, la Sardegna ospita sul suo territorio strutture e infrastrutture al servizio delle forze armate italiane o della Nato. Poligoni missilistici e per esercitazioni aeree o a fuoco, aeroporti militari e depositi di carburanti occupano oltre 35.000 ettari della nostra terra.

Sono stati siglati molti accordi e diverse conferenze si sono tenute sia a livello regionale che nazionale nell’intento di armonizzare i piani di assetto territoriale e di sviluppo economico e sociale della Regione con i programmi delle installazioni militari. In particolare due leggi hanno riconosciuto la priorità degli interessi locali rispetto a quelli della Difesa nazionale. La prima normativa in questo senso è stata emanata il 24 Dicembre del 1976: la legge n° 898 istituì, infatti, un Comitato Misto Paritetico (Co.Mi.Pa) alla cui valutazione furono e sono tuttora sottoposte tutte le questioni in materia militare. La funzione principale del Comitato consisteva (e consiste) nel verificare che l’attuazione dei programmi militari fosse conciliabile con i piani di sviluppo territoriale.

Dalle modifiche e integrazioni apportate alla 898 si arrivò all’emanazione di una nuova legge, la n° 104 del 2 Maggio 1990, in base alla quale ogni 5 anni viene stilato un elenco delle regioni maggiormente oberate dalle servitù militari. Fu, inoltre, previsto un contributo annuo da destinare ai comuni più interessati dalla presenza militare per la realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali.

La particolare situazione della Sardegna è stata riconosciuta dalla stessa Difesa Nazionale, il cui obiettivo è stato negli anni quello di allineare la presenza delle servitù militari nell’Isola alla media nazionale. A lungo la comunità regionale è stata privata di spazi e strutture che le appartenevano legittimamente, poi la svolta positiva nel 2006 con la restituzione di parte dei beni militari.