Reportage

Dal 1700 ai giorni nostri, alla scoperta del primo teatro della città, in un'altalenante storia sospesa tra fallimenti e gloriosi successi.
Il Teatro Civico oggi
Il Teatro Civico oggi

La campagna di restauro che nel 2006 ha ridato luce al Teatro Civico

Nel marzo del 2006, dopo qualche anno di lavori ininterrotti, il Teatro Civico è risorto dalle sue ceneri, conservando solo il ricordo del bombardamento che nel lontano 26 febbraio del 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale, lo aveva quasi raso al suolo, realizzando la profezia fatta oltre un secolo e mezzo prima da Fra Ignazio di Laconi.

Dopo il disastro, solo l’imponente guscio era rimasto in piedi, mentre il suo fulcro si sbriciolava lentamente sotterrando il primo vero spazio culturale della città. Il teatro di cui tanto si era parlato, dall’altalenante storia sospesa tra gloriosi successi e rovinosi fallimenti, sarebbe caduto nel silenzio per oltre sessant’anni.

L’azione di recupero e d’intervento infatti, fortemente sentita e sostenuta dal sindaco di Cagliari Emilio Floris, e dall’allora assessore all’Ambiente e all’Urbanistica Giampaolo Marchi, è iniziata nel 2004 sotto progetto degli ingegneri Mario Mossa e Simonetta Mudu, con la collaborazione di alcuni architetti tra i quali Giuseppe Vallifuoco.

Si trattava di un’operazione di recupero e ripristino di una struttura che in realtà non era quella originale, in quanto questa era stata riattata nel 1836 sotto ordinanza comunale e su progetto dell’architetto Giuseppe Cominotti, ma modificato e realizzato in stile purista dall’architetto Gaetano Cima (il nuovo teatro era stato inaugurato il 2 ottobre del ‘36, in occasione del compleanno del Re Carlo Alberto, dopo soli otto mesi circa di lavoro, tanto che l’intervento si era guadagnato il primato di velocità nella città).

L’attuale campagna di restauro, che ha richiesto una spesa complessiva di 2.582.284,50 Euro, ha previsto il risanamento conservativo delle parti originarie ancora integre e ha destinato lo spazio della grande cavea a cielo aperto allo svolgimento di manifestazioni culturali e di spettacolo. In particolare, decisivi sono stati gli interventi di consolidamento statico delle strutture portanti e delle fondazioni. Sono stati restaurati i locali del foyer, ossia il bar, la biglietteria, le sale espositive e gli uffici. Per cercare di riprodurre la struttura originaria, si è ricostruito il colonnato interno, gli stessi solai lignei e la capriata lignea, che non ha subito modifiche.
La platea in pietra naturale sorge nell’area in cui vi erano l’antica platea e i palchetti laterali.
Infine, è stata risanata la muratura di un’antica scala (forse creata da Cima) che collegava il teatro al palazzo del barone Zapata, mentre l’ingresso principale è stato stabilito in via Università, senza però eliminare quelli in via De Candia e in piazzetta La Marmora.