“E improvvisamente ecco Cagliari: […] strana , quasi fantastica, per nulla italiana. Si ammucchia verso l'alto, quasi in miniatura,e mi fa pensare a Gerusalemme: senza alberi, senza riparo, che si erge nuda ed orgogliosa, remota come se fosse rimasta indietro nella storia, come una città nel messale miniato di un frate. Ci si chiede come abbia fatto ad arrivare là. Sembra la Spagna, o Malta, non l'Italia. […]E sembra quasi un gioiello, un inaspettato gioiello d'ambra e rosetta scoperto al fondo del vasto inventario”. (David Herbert Lawrence, “Mare e Sardegna” 1921)
“La città ci è apparsa sopra un monte metà roccia e metà case di roccia, Gerusalemme di Sardegna. […] Mi sento come in una vera città, ma non d’una qualunque città, anzi d’una stranissima, diversa da tutte le altre come le conosco e come le immagino. Perché - non so spiegarmi. Vedo mare, vedo piroscafi, vedo gente, vedo automobili, vedo tranvai, vedo case, vedo alberi, vedo quanto è molto comune vedere ovunque, e tuttavia sento che Cagliari è una città assai diversa da qualsiasi altra”. (Elio Vittorini, “Sardegna come un’infanzia” 1952)
Due scrittori, due viaggiatori, due uomini diversi che arrivano al porto cagliaritano. Lawrence, l’esule inglese, nel primo dopoguerra; Vittorini, il siciliano alla scoperta dell’isola grazie a un concorso letterario, negli anni ’50. Eppure, i loro occhi si trovano davanti una città che indossa lo stesso vestito e trasmette al cuore un’identica, fulminea impressione: Cagliari è diversa. Dall’Italia e da qualsiasi altra città, reale o immaginata. Una Gerusalemme di Sardegna: usano la stessa parola per centrarne l’anima e fissarla nella mente del lettore. Anche oggi Cagliari si presenta così, dopo più di cinquant’anni dal passaggio di quegli illustri viaggiatori. Un po’più moderna, forse, ma sempre unica nel suo genere e, soprattutto, fiera di essere una Gerusalemme turistica nel Mediterraneo.
La città è diventata, infatti, una vera e propria tappa nella traversata mediterranea delle grandi crociere. Fino allo scorso anno, purtroppo, queste vi effettuavano esclusivamente uno scalo tecnico di alcune ore, lasciando ben poco tempo ai turisti che scendevano a terra per visitare con calma la città e rimanerne veramente colpiti. I servizi turistici cittadini non aiutavano l’impresa, e Cagliari rischiava di passare nel dimenticatoio del crocierista.
Tuttavia, grazie alla risoluzione di alcuni problemi fondamentali e al lavoro dell’Autorità Portuale, membro dell’associazione Medcruise (Association of Mediterrean Cruise Ports), il pericolo è stato accuratamente scansato, e il mercato crocieristico ha premiato l’impegno con un incremento del 52,2% di passeggeri dal 2007 al 2008, non dovuto all’arrivo di un maggior numero di imbarcazioni (che al contrario sono diminuite da 63 a 56) ma proprio alla scelta delle grandi navi di fare di Cagliari una tappa importante della propria offerta turistica.
I dati utilizzati per questo articolo sono tratti dalle indagini conoscitive dei crocieristi effettuate dall’Autorità portuale di Cagliari nel bimestre ottobre-novembre 2007 e da luglio a novembre 2008.