Il Bellarosa Maggiore e le vasche costiere furono utilizzate come impianto per la raccolta del sale fin dall'antichità. Fenici, Punici, Romani non si lasciarono scappare l'opportunità di sfruttare una risorsa così preziosa. I lavori di estrazione proseguirono sotto tutte le dominazioni che si susseguirono nell'area del cagliaritano, dai Pisani, agli aragonesi, ai Giudici. In epoca medioevale, inoltre, per la precisione dal 1327 ( prima data sicura ), tramite le cosiddette “comandate”, gli abitanti dei borghi limitrofi venivano reclutati, forzatamente, per lavorare nelle Saline. Prima dagli Spagnoli e, in seguito, dalla Corona Sabauda.
A partire dal 1767 fino agli anni '20 del Novecento, nelle Saline vennero costantemente utilizzati i galeotti, che venivano recuperati dalle carceri piemontesi fino all'Unità d'Italia, e, in seguito, dal vicino penitenziario di San Bartolomeo. Nel 1836 re Carlo Alberto di Savoia abolì le “ comandate” e quando la gestione dell'intero sistema passò ai Monopoli di Stato la selezione dei lavoratori avvenne tramite concorso.
A partire dal 1830 circa, nel sistema delle saline fu avviata una produzione di tipo industriale.
Dal 1925 al 1960 le Saline vissero il loro periodo aureo, facendo registrare un livello altissimo di produttività e potendo contare su una manodopera di 400 dipendenti fissi più un migliaio di lavoratori assoldati nei periodi di raccolta e ammassamento.
Negli anni '80, a causa del progressivo inquinamento del Bellarosa Maggiore provocato da fenomeni di tracimazione del Bellarosa Minore ( bacino d'acqua dolce ) all'interno proprio dello stagno d'acqua salmastra, è stato inevitabile sospendere tutti i procedimenti per l'estrazione del sale e dismettere le strutture (1985).
Oltre all'importanza storica, tutto il sistema delle ex Saline di Stato può vantare un valore artistico da non sottovalutare. L'impianto industriale, con le sue vasche, è stato oggetto di un lavoro di ammodernamento ai primi del Novecento, e tutti i fabbricati costruiti attorno ai bacini e alle vasche di raccolta furono realizzati nel caratteristico stile Liberty. Il complesso venne chiamato “Città del Sale” e vale assolutamente una visita. Tra gli edifici di particolare pregio segnaliamo il Palazzo della Direzione, recentemente restaurato con uno scrupoloso recupero di infissi e arredi d'epoca, situato proprio all'ingresso della “città”e, adiacente, la chiesa del Santissimo Nome di Maria, frequentata dai dipendenti delle Saline e famiglie e recentemente riportata al suo splendore originario, tanto da essere utilizzata per cerimonie particolari.