Reportage

Pasqua e riti della Settimana Santa

Autore: Francesca Muntoni.
13 febbraio 2007, 08:53
Il significato della Pasqua, le tradizioni antiche e i riti della Settimana Santa.

Il significato e le origini.
La parola Pasqua deriva dalla voce ebraica Passak, che vuol dire "passaggio". Agli ebrei infatti la Pasqua ricordava due passaggi: quello dell'angelo sterminatore lungo le case degli Israeliti segnate con il sangue dell'agnello consumato la sera precedente, e quello compiuto dagli ebrei in fuga attraverso il Mar Rosso miracolosamente apertosi per offrire uno scampo a quel popolo inseguito dal Faraone. Anche ai cristiani la Pasqua ricorda un passaggio, ossia quello che con la sua resurrezione fece Gesù dalla morte alla vita.

Gli studiosi di folclóre e gli etnografi scorgono anch'essi nella passione di Cristo un rito di passaggio, la cui vera origine però è da ricercarsi in un perfetto sincretismo tra la religione cristiana e una matrice pagana legata al ciclo dell'attività contadina. I sentimenti di devozione - che si esprimono con la tristezza per la crocifissione di Gesù e la letizia per la sua resurrezione - coincidono infatti con il risveglio della natura e con il primo frutto di lavoro dei campi. In precedenza essi venivano esaltati con le feste dell'equinozio primaverile. Molti studiosi sostengono che le liturgìe della Settimana Santa siano state introdotte nell'isola per lo più nel Quattrocento, durante la dominazione aragonese, ed in effetti di spagnolo conservano molte definizioni e diverse caratteristiche di grande suggestione.

Non manca tuttavia chi avanza l'ipotesi che le origini siano invece da attribuire alla chiesa greca relegando in secondo piano l'influenza spagnola, a cui spetterebbe solo il merito di aver dato ai riti della passione maggior vigore, solennità e diffusione. In essi, comunque, è abbastanza evidente un'influenza sarda. Si prendano ad esempio i gòccius o gosos, laudi sarde la cui origine si perde nel tempo, che si cantano nei diversi dialetti locali sia durante le cerimonie in chiesa sia durante le processioni. Si intonano senza accompagnamento musicale ed hanno come tema principale la sofferenza della Madonna Addolorata.

Con la gentile collaborazione di Mario Lastretti e Andrea Loi (Presidente dell'Arciconfraternita del Gonfalone).