Reportage

90a edizione del Giro d'Italia. Le 21 tappe del 2007 cominciano in Sardegna.

1909: l’anno dell’esordio del Giro d’Italia

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L’opera nostra è compiuta. Il primo Giro d’Italia ha segnato la sua orma incancellabile e a noi non rimane se non registrarne il valore morale e prendere atto del gran suffragio ottenuto nell’Italia tutta.
Nato per forza di entusiasmo, per virtù di entusiasmi si affermò dimostrando come le vere forze vive dello sport, più che pei grandi organismi, risiedono nella passione che esalta ed accende, nella passione che è latente nell’animo di tutti e che prorompe nobilmente come la genialità nel campo dell’arte.
Dall’editoriale di Magno (Eugenio Costamagna, fondatore e direttore del giornale) de La Gazzetta dello Sport del 31 maggio 1909

Il Giro d'Italia è per importanza la seconda corsa ciclistica a tappe dopo il Tour de France. Il momento di maggior successo si ebbe negli anni ’70, quando la manifestazione richiamò grandi numeri sia di campioni che di pubblico.
La prima edizione del giro risale al 1909: partita il 13 maggio alle 2 e 53 del mattino dal rondò di Loreto, a Milano, si concluse ancora a Milano dopo 8 tappe per complessivi 2448 chilometri, con la vittoria di Luigi Ganna. Quell’anno i concorrenti furono 127, ma solo 49 di loro riuscirono a percorrere tutto il tracciato e a concludere la prova. Al loro seguito c’erano otto vetture: quattro per le squadre, due per l’organizzazione e la giuria e due per i giornalisti. Fu di Armando Cougnet, allora inviato de La Gazzetta dello sport al seguito dei principali eventi di ciclismo e grande appassionato, l’idea di organizzare un grande evento tutto italiano. E il 7 agosto 1908 il giornale annuncia in prima pagina che l'anno successivo organizzerà il 1° Giro ciclistico d'Italia, battendo sul tempo il Corriere della sera.

Alla prima edizione parteciparono René Pottier, detto “frou frou”, vincitore del Tour de France del 1906, e Louis Trousselier, primo nella Grande Boucle del 1905. Tra i grandi al via anche Lucien Petit Breton, che si ritirerà però, a causa di una caduta, durante la prima tappa.
A quel tempo i corridori venivano fotografati uno per uno prima della partenza, perché non ci fossero dubbi sulla loro identità.
Organizzazione e numeri decisamente diversi da quelli odierni. Il montepremi del primo Giro era di 25 mila lire: al primo classificato, Ganna, andarono 5325 lire e solo 300 lire all’ultimo classificato. E pensare che oggi un ciclista professionista guadagna un minimo di 16 mila euro all’anno e un grande campione può arrivare a prenderne anche 1 milione. Ma bisogna fare le dovute proporzioni. Allora lo stipendio di Armando Cougnet, direttore del Giro, amministratore generale della Gazzetta e caporedattore della rubrica ciclismo, era di 120 lire mensili.