Reportage

Esercito Italiano una risorsa per il Paese.
Esercito Italiano
Esercito Italiano

L’Esercito italiano costituisce una risorsa per il Paese sia per gli aspetti legati alla missione istituzionale di difesa e sicurezza, sia per le molteplici attività e iniziative che contribuiscono ad accrescere il patrimonio socio-culturale della Nazione.

La sospensione della leva obbligatoria e la creazione di un Esercito professionale nasce da due fondamentali aspirazioni: rispetto delle libertà individuali, nuove necessità di protezione, sostegno del nostro Stato e di territori in difficoltà politico-sociale.
Attualmente in quasi tutta Europa esistono eserciti “misti” in cui le unità di reclutamento obbligatorio sono una componente minoritaria rispetto a quelle professionali. La Gran Bretagna ha scelto la strada dei volontari fin dal 1964, gli Stati Uniti dal 1973.

Il servizio militare in Italia ha indubbi meriti storici sin dalla sua nascita, avvenuta il 4 maggio 1861. Con Decreto del Ministro Fanti, l’“Armata Sarda”, che aveva incorporato molti eserciti pre-unitari, ha preso il nome di “Esercito Italiano”.
Sin dall’inizio rappresenta un notevole elemento di coesione sociale e di unificazione nazionale. Svolge un importante ruolo di formazione per milioni di cittadini nei periodi di scarsa scolarizzazione e apre nuove prospettive a giovani dal futuro incerto.

A partire dal dopoguerra partecipa a operazioni di soccorso delle popolazioni colpite da calamità naturali, una tradizione avviata nell’Ottocento e ininterrotta fino a oggi.
La tragedia di Sarno, in Campania - una colata di fango ha portato via 160 persone - è stata una delle tante dolorose “tappe”.
Ha fornito, inoltre, un notevole contributo alle forze di polizia per il controllo del territorio dell’Alto Adige (1967), in Sardegna (“Paris” 1992), in Sicilia (“Vespri Siciliani” 1992) e in Calabria (“Riace” 1994).
Dal 2001 al 2006 ha tutelato obiettivi sensibili su tutto il territorio nazionale (“Operazione Domino”), in seguito alla tragedia dell’11 settembre.

Tra le attività che lo contraddistingue hanno assunto un ruolo rilevante le “peacekeeping operations”: interventi per il mantenimento della pace, effettuati in terre che, per la loro grave situazione interna, potrebbero minacciare gli equilibri fra i vari popoli.

La scelta di diventare militare appare più adeguata nel rispondere a ruoli specifici per le mutate condizioni geopolitiche del mondo post-bipolare (del dopo “Guerra fredda”). Alla minaccia di un grande conflitto mondiale, che vedeva due fronti contrapposti a livello globale, si è sostituita la moltitudine di focolai di tensione in diversi Paesi.
In questo scenario gli Italiani assumono il compito proprio di una popolazione civilmente progredita all’interno delle organizzazioni internazionali e precise responsabilità nel ristabilire pace e sicurezza.

La Forza Armata è un’organizzazione che ha nell’uomo e nella donna il suo punto di forza, perciò considera ciascun componente autentico “protagonista”. Reputa ogni membro meritevole della massima stima e del più ampio supporto.
Chiunque si dovesse rispecchiare in questi ruoli e metterà il massimo impegno in tutte le attività, potrà raggiungere qualsiasi traguardo professionale al suo interno.