Reportage

Il documentario in Sardegna: un’Isola raccontata da oltre un secolo

Autore: Giulia Antinori,
5 luglio 2007, 12:21
La realtà sarda raccontata dai sardi. Questo è fare documentari in Sardegna.

Fenicotteri, lagune e...: Davide Mocci documenta la Sardegna, e non solo

L'Isola, i suoi abitanti e la sua storia, partendo da fenicotteri, stagni e spiagge. È questa la Sardegna che Davide Mocci racconta sin da quando aveva solo 16 anni. Un ragazzo attento che spinto dalla curiosità descriveva lo stralcio di mondo che viveva e ora, che di anni ne ha 41, sta realizzando il suo sogno: raccontare al mondo il mondo. Sardegna prima di tutto.

Documentarista ormai affermato, i suoi lavori ottengono un gran successo di pubblico e di critica. Testi, fotografia, montaggio e regia: non si risparmia Davide Mocci e fa tutto da solo, dalla A alla Z. A aiutarlo, soprattutto nei viaggi in giro per l'Europa, soltanto la moglie, Cinzia, che lavora con lui alla MasterFilm, la loro casa di produzione.

Recentissima l'uscita del primo dvd, in 5 lingue, "Cagliari, città di mare e di stagni". "Questo dvd non è un documentario di promozione turistica - precisa Davide Mocci - voglio invece far vedere Cagliari così com'è, così come la apprezzo". Ed è questa la filosofia che sta alla base di tutto il lavoro di Mocci: far vedere il mondo nelle sue mille interessanti sfaccettature, dai punti di vista più curiosi e inusuali. "Ma per farlo non si può puntare su un prodotto commerciale, che venda - ha continuato Mocci - ci vuole piuttosto tanta passione".

E a lui la passione di certo non manca. Sin da piccolo amava accompagnare il padre, commerciante di prodotti ittici, allo stagno, per aspettare l'arrivo dei pescatori. Arrivava alle 5 del mattino e osservava lo stagno e le tante specie di uccelli che lo abitavano: senza nemmeno accorgersene stava crescendo in lui quella passione che sarebbe poi diventata anche il suo lavoro. "Giocare con le onde quasi impercettibili che si formano nelle acque interne e osservare gli uccelli della laguna - ha raccontato Mocci - è stato il mio imprinting". Da allora l'acqua è il filo conduttore di quasi tutti i suoi lavori: a partire dai primi, con i quali Mocci ha bussato alla porta della Rai. Fino agli anni '80 era un amatore appassionato, poi ha iniziato a fare sul serio. Nel '93 Cagliari ha ospitato la prima nidificazione dei fenicotteri rosa e a riprenderla c'era lui: "Gent'arrubia", questo il titolo del documentario di esordio al programma della terza rete Rai, Geo&Geo. "Ho avuto enormi soddisfazioni da quel lavoro - ha ammesso Mocci - mi ha fatto conoscere al grande pubblico". E i risultati ottenuti parlano chiaro: "Gent'arrubia" ha avuto l'ascolto più alto di tutta la stagione '94 e con questo documentario la Rai si è presentata alla rassegna documentaristica di San Sebastian in Spagna, uno dei più importanti festival cinematografici europei.

Da allora fatica e impegno premiati da tanti successi. E dire che solo 10 anni prima, nel 1983, Davide ancora sedicenne girava i suoi primi filmati di 3 minuti con una piccola cinepresa regalata da mamma e papà di ritorno da un viaggio. "Sembra impossibile essere arrivati fin qua - ha detto - da piccolo dovevo far stare tutto ciò che mi emozionava in soli 180 secondi. Poi col passaggio alle telecamere avevo a disposizione ben tre ore". Ne ha fatta di strada fino per arrivare ai risultati di oggi. Alcuni dei suoi documentari, come "Laguna rosa" e "Gent'arrubia" appunto, hanno avuto prestigiosi riconoscimenti in concorsi italiani e internazionali e altri sono stati premiati dal pubblico delle trasmissione Geo&Geo, che ormai da anni presenta i suoi lavori. Ma Mocci non si è fermato alla Sardegna e tra gli oltre 40 documentari all'attivo racconta anche scorci di un'Europa poco conosciuta, particolari della Scozia, della Norvegia e della Polonia, per esempio, e curiosità da diverse parti del mondo, come Ecuador e Tunisia.