Reportage

Il processo di inserimento delle comunità straniere raccontate ed analizzate da chi le vive quotidianamente: Don Marco Lai.
Don Marco Lai
Don Marco Lai

Immigrazione, integrazione, emigrazione, spopolamento. Parole che prese singolarmente sembrano riguardare questioni lontane da noi, ma che in realtà parlano di Cagliari , della Sardegna e dell'Italia di oggi. Il fenomeno migratorio mai come in questi ultimi anni ci interessa così da vicino: è presente nei giornali e alla televisione quando sbarcano i migranti provenienti dall'Africa o dal medio oriente, lo si avverte la mattina quando si prende l'autobus per recarsi a lavoro e si sentono parlare lingue diverse oppure a scuola dove i nostri figli hanno compagni dai cognomi esotici come Mendoza, Singh o Chen. Ci sono poi i giovani (e non solo) che preferiscono lasciare Cagliari e la Sardegna per cercare lavoro altrove magari nel nord Europa. C'è la “fobia dello straniero” lanciata da alcune parti politiche riverberata a cadenza regolare da giornali e media. Immigrazione, integrazione, emigrazione, spopolamento, sono parole quindi che raccontano il passato, il presente e le prospettive della nostra città.

Il modo migliore per capire di cosa si stia parlando è quello di rendersi conto della consistenza della popolazione non italiana di Cagliari. In città risiedono più di 7000 cittadini di nazionalità straniera, per la maggior parte provenienti da Asia, Europa ed Africa; nella provincia sono circa il doppio (14732). Il numero di questa parte di popolazione è in costante aumento non solo a Cagliari e provincia ma in tutta Sardegna. Basti pensare che tra il 2004 al 2014 l'incremento si è attestato attorno al 300% rispetto ad una crescita dell'1% della popolazione sarda. Non è un caso, quindi, che si preveda per il 2025 il raggiungimento di quota 68 mila stranieri residenti nell'Isola, rispetto ai 45mila attuali. Le zone della città maggiormente abitate da cittadini stranieri sono i quartieri storici: Villanova, Stampace e Marina dove costituiscono circa il 19% della popolazione residente.

La comunità straniera più numerosa a Cagliari è quella filippina, che ha avuto un incremento consistente a partire dal 2007. Seguono le comunità cinese e senegalese, mentre dal continente europeo le nazionalità più rappresentate sono quella ucraina e rumena. I cittadini stranieri cagliaritani sono per la maggior parte giovani (tra i 25 e i 44 anni) o comunque in età lavorativa, numeri molto differenti rispetto a quelli “italiani” visto che la maggior parte di questi ultimi, si inserisce in classi di età comprese tra i 40 e i 59 anni.
Questa disparità generazionale si accompagna ad un altro problema che è quello del costante spopolamento della nostra città (tra il 2004 e il 2014 si sono persi 10 mila abitanti). Il risultato è stato un fenomeno particolare che potremmo chiamare sostituzione: per esempio nel 2014 per 3500 emigrati sardi, sono stati registrati a Cagliari 4600 immigrati stranieri.

L'integrazione è quindi un tema all'ordine del giorno per la città, sia per la consistenza della popolazione straniera attualmente residente, che per le previsioni di nuovi arrivi per il futuro. Per affrontare l'argomento nel dettaglio e per comprenderlo meglio, lasceremo a Don Marco Lai, presidente della Caritas, il compito di guidarci. Grazie alle sue opinioni ed alla sua esperienza sul campo, approfondiremo aspetti della vita di alcune comunità, come si presenta la città per i cittadini stranieri e le opportunità che la sfida dell'integrazione può offrire a Cagliari.