Reportage

Gli uffici di rappresentanza in città.
Per gentile concessione di Franco Cerniglia, www.sardiniatouristguide.it
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La Cultura che unisce

Dalle pratiche notarili alle traduzioni di documenti, ma se parliamo di multiculturalismo non possiamo non parlare della grande opera di promozione culturale svolta dai Consoli Onorari a Cagliari.
La migrazione può interessare a volte territori culturalmente lontani, oppure no. Esistono luoghi accomunati, nonostante i chilometri di distanza, da storia, clima e cultura.
Abbiamo notizie della Comunità Ellenica della Sardegna forse a partire dal 1800, ma l'amicizia tra le due penisole del Mediterraneo è millenaria, e così la reciproca migrazione. Notevoli scambi di merci e persone hanno da sempre interessano i rispettivi porti, e ancora oggi non si interrompono: enormi petroliere, residenti, turisti e studenti in transito. Scuole di lingua greca, simposi culturali ed enogastronomici, spettacoli teatrali e concerti. La musica, insieme alla cucina, sono sempre punti di forza, sono i ponti culturali che invitano ad aprirsi allo sconosciuto. Così hanno fatto pure il Consolato di Ungheria, con i suoi concerti al teatro civico, ed il Consolato della Repubblica di Bielorussia, il cui Console, Giuseppe Carboni, dal 2007 promuove senza sosta attività culturali e con il sostegno di molte istituzioni cittadine: concerti, organizzati spesso in vista delle festività come quelli per la Pasqua ortodossa; conferenze, come quella del 2011 sul Disastro Chenobyl, e convegni sui temi più vari come quello sul potenziale economico e le opportunità di investimento in Bielorussia; visite all'Università di Cagliari da parte degli studenti bielorussi che hanno anche partecipato a stage e workshop, o di delegazioni bielorusse impegnate nel settore dell'istruzione, dando vita ad accordi di collaborazione tra le Università: proprio questo ottobre una delegazione di 36 docenti provenienti da varie Università bielorusse hanno visitato l'Università di Cagliari per discutere di un'eventuale elaborazione di un corso sperimentale comune alle due università, per consentire agli studenti che la frequentano di ottenere la laurea in entrambi i Paesi; progetti e laboratori per i ragazzi delle scuole per la conoscenza della Bielorussia, della geografia, della storia, dei rapporti sardo-bielorussi, come il progetto “GiovanInsieme”, che ha visto confrontarsi e conoscersi a vicenda studenti sardi e bielorussi ospitati da famiglie sarde; incontri e spettacoli come quelli dell'attrice teatrale e cinematografica bielorussa Alla Prolich; visite istituzionali; tornei sportivi (es. “Coppa dell'Amicizia Sardegna Belarus”); ancora, il Console, nell'ambito del progetto Chernobyl, accoglie due volte all'anno, in estate e durante le vacanze natalizie, bambini provenienti dalla Bielorussia e che vengono ospitati da famiglie sarde. Bambini che, in un solo mese, per quanto breve, vengono cullati e cresciuti dall'aria del mare. Proprio questo agosto una troupe televisiva del canale nazionale bielorusso è venuta in Sardegna per registrare uno speciale reportage che racconta le vacanze sarde di questi bambini.
Presso il Consolato si svolgono infine, e con grande successo i corsi di insegnamento di lingua russa, che godono del riconoscimento del Ministero dell'Istruzione della Bielorussia (qui infatti il russo e il bielorusso sono ambedue lingue statali). 

Parliamo ancora di cultura con il Console Onorario della Repubblica Orientale dell'Uruguay, Martino Contu, che da anni porta nelle scuole sarde dei piccoli pezzetti di Uruguay, una nazione lontana ma estremamente vicina, soprattutto per la forte emigrazione sarda che la interessa da 200 anni a questa parte. Due città, Cagliari e Montevideo, che a lungo sono state preda delle colonizzazioni e dell'imperialismo, ai quali entrambe hanno saputo opporvi la forza della resistenza. Due città legate dalla reciproca migrazione dei loro popoli in cerca di protezione e di una seconda patria materna. Due città legate, ancora, dalle lotte per l'indipendenza e da coloro che vi parteciparono: Angelo Pigurina fu il cagliaritano eroe dei due mondi, che combatté al fianco di Garibaldi e dei suoi “fratelli” uruguayani nella Grande Guerra dell'Uruguay, tra il 1839 e il 1851, guerra che condusse la nazione all'indipendenza. “Pigurina è il punto di raccordo di due città lontane, Cagliari e Montevideo- scrivono Martino Contu e Luca Maria Sanna Delitala- due realtà che hanno molti punti in comune e molte più affinità di quanto si possa pensare”. “Da Cagliari a Montevideo” è l'opera che racconta la storia di Angelo Pigurina, che dopo aver combattuto nella Grande Guerra dell'Uruguay, combatté nelle campagne d'Italia del 1848-49 per poi, dopo esser stato ferito gravemente ed essersi rifugiato per breve tempo a Cagliari, sua terra natìa, stabilirsi definitivamente a Montevideo con la sua famiglia. “Il Pigurina ebbe tre figli, il maggiore dei quali ebbe il nome di Efisio che è il nome del Santo particolarmente venerato nella città natale dell'eroe. Ci commuove questo attaccamento e il ricordo di chi avrebbe voluto morire in patria, nella città ove era nato”.
Dall'800 in poi la Repubblica dell'Uruguay fu meta dell'emigrazione italiana e soprattutto sarda, uomini in fuga per le lotte risorgimentali e che si arruolarono nella Legione italiana impegnata nella lotta per la difesa della città di Montevideo contro le forze argentine, al fianco di Garibaldi. “A comandare quei giovani entusiasti fu un uomo di Cagliari, altrettanto generoso ed ardimentoso come i giovani che venivano posti al suo comando, e questo è motivo che giustamente deve proporsi all'attenzione e al ricordo degli abitanti di questa città e dei sardi che vi risiedono”.
Martino Contu ha portato nelle scuole molte opere, tra cui nomino quella del poeta Osvaldo Crispo Acosta, nato a Montevideo nel 1884 e tra le massime espressioni della cultura di un Paese che prendeva forma e autonomia anche grazie al significativo apporto fornito da centinaia di migliaia di emigrati italiani. “La Poesia gauchesca e Alejandro Magarinos Cervantes”, un'opera che è stata direttamente tradotta dallo spagnolo all'italiano da alcuni studenti del liceo E. Piga di Villacidro, con l'intento di portare un po' di Uruguay in Sardegna.
“Le origini e l'anima del gaucho sono meno chiare della sua storia e della vita. Egli è la trasformazione lenta dell'europeo, dello spagnolo isolato nella campagna […] Il gaucho si dedica all'allevamento del bestiame e per questo ha bisogno di grandi distese di terreno; non può dar vita a centri abitati, al contrario deve allontanarsi il più possibile per far sì che gli animali abbiano cibo a sufficienza nelle distese senza semina né colture. […] La fattoria, senz'altro pavimento che la terra del suolo naturale, con pareti di fango e tetto di paglia, protegge il suo sonno e ripara dal sole, all'ombra di un ombù, il suo riposo pomeridiano. In essa sua moglie gli tiene pronti i pasti; mangia, racconta con poche parole i rari eventi del giorno e, senza noia, lascia che il tempo trascorra senza impiego, accanto al piccolo focolare, con il mate nella mano e una canzone o un fischiettio monotono nelle labbra. […] Intanto i contadini si riuniscono nella pulperìa per divertirsi. Situata in una strada importante, attira l'attenzione da lontano col suo straccio legato come bandiera su un'asta lunghissima. Vicino ad essa, una tettoia di frasche e qualche albero forniscono ombra e al palo non mancano mai i cavalli di alcuni compari. Là il gaucho incontra i suoi amici e ha birra, mazzi di carte o aliosso e chitarra; discute, gioca, beve e canta. […] Colui che è braccato dalla giustizia gode nella campagna delle stesse attenzioni che i suoi abitanti dispensano generosamente a tutti. L'ospitalità apre a tutti in egual modo le fattorie, e il viandante mangia e dorme in esse senza che mai gli si chieda o si riceva qualcosa. Il disinteresse pecuniario è una delle virtù caratteristiche del gaucho”.
“Quasi il 50% della popolazione dell'Uruguay ha origini italiane, moltissimi provengono dalla Sardegna”, ha detto l'ambasciatore dell'Uruguay Gustavo Anibal Alvarez Goyoaga. In un'età di globalizzazione va guardato con importanza l'accordo di collaborazione accademica, scientifica e culturale che è stato firmato nel 2010 tra l'Ateneo di Cagliari e l'Università della Repubblica Orientale dell'Uruguay, un documento firmato per lo sviluppo di programmi congiunti, interscambi e collaborazione nel campo della docenza.
Una collaborazione culturale, quindi, ma anche sociale ed economica; due città, Cagliari e Montevideo, che nonostante tutto sono riuscite a mantenersi sempre se stesse e sempre sorelle.

Foto Trattato di Amicizia

Trattato di Amicizia tra il Regno di Sardegna e la Banda Oriental

L'Articolo I dell'antichissimo Trattato di Amicizia recita: “Vi sarà pace ed amicizia perpetua fra Sua Maestà il Re di Sardegna e la Repubblica Orientale dell'Uruguay e fra i sudditi di ambi i paesi senza eccezione di persona o di luogo”. 

 


Bibliografia:
-Manuale di diritto Consolare, Francesco Ferrara, 1936
-Annuario diplomatico consolare, 2013
-Status e funzioni del Console Onorario, Michele di Gianni
-Atto Costitutivo di Associazione, Repubblica Italiana, Unione dei Consoli Onorari d'Italia nel Mondo, U.C.O.I.M., http://www.ucoi.it/attivita/ucoim/atto_ucoim.htm