Reportage

ECoC 2019 - Cagliari tra le 6 finaliste racconta la propria sfida

Autore: Federica Landis,
15 ottobre 2014, 15:56
Atene, Parigi, Istanbul, Liverpool, Essen, Marsiglia: sono queste e tante altre le città europee che dal 1985 sono state selezionate da un programma dell'Unione Europea per diventare Città e Capitali Europee della Cultura.

Le Capitali Europee della Cultura: l'esempio di Marsiglia Provenza 2013

Per capire cosa significa concretamente essere una Capitale Europea della Cultura è utile guardare anche le esperienze delle città che hanno rivestito questo ruolo negli anni precedenti. A questo proposito è assai significativo l'esempio di Marsiglia Provenza 2013, un'esperienza di rinnovamento urbano e sociale che ha cambiato profondamente la città.

Nominata Capitale Europea della Cultura per il 2013, Marsiglia è riuscita a portare avanti il suo progetto europeo coinvolgendo 97 comuni della regione Provenza e il territorio limitrofo. Con più di 11 milioni di visitatori nel 2013 per i numerosi eventi culturali (mostre, spettacoli, incontri, concerti, ecc ...), con un grande rinnovamento urbano (come la costruzione del MuCEM, il museo delle civiltà dell'Europa e del Mediterraneo, il restauro del Palais Longchamp – Museo delle Belle Arti, la riorganizzazione e il miglioramento della zona del vecchio porto di Marsiglia, ecc ...) e con una messa in risalto dei siti naturalistici della regione (i parchi naturali e regionali della Camargue e del Luberon), Marsiglia ha richiamato artisti e intellettuali da tutta la Francia e dall'Europa, ottenendo dei risultati più che positivi e concreti che dureranno nel tempo. Il programma Marseille-Provence 2013 ha riguardato direttamente tutti i marsigliesi per i quali il processo di rinnovamento urbano ha permesso un'apertura della città ai suoi stessi quartieri, fino ad allora dimenticati o confinati dal resto del tessuto cittadino. Il progetto "Les sens des quartiers créatifs"  ("I significati dei quartieri creativi") ha permesso di attuare, attraverso gli strumenti della cultura e della creazione artistica, una "Politica della Relazione" che ha offerto agli abitanti dei cosiddetti "quartieri sensibili" (dove la povertà, la delinquenza e il degrado sono la regola e non l'eccezione) la possibilità di diventare, appunto, dei "quartieri creativi", attivi e rivitalizzati. Le numerose attività proposte all'interno del progetto hanno fatto sì, quindi, che l'espressione artistica diventasse per questi quartieri un mezzo per riscattarsi da una condizione di emarginazione, non soltanto fisica, dal resto della città.

Marsiglia