Reportage

La festa di Sant’Efisio: l’importante compito degli organizzatori

Autore: Eleonora Manca,
28 aprile 2014, 12:03
Il dietro le quinte dell’importante manifestazione di maggio tra devozione e tradizione.
Festa di Sant'Efisio a Cagliari - il cocchio

I quattro giorni dedicati al Santo guerriero

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Tra le varie ricorrenze dell'anno, la più conosciuta è sicuramente quella di maggio. Le giornate che vanno dal Primo al quattro maggio sono dedicate allo scioglimento del voto fatto nel 1656 per liberare la città dalla peste.

“L'Arciconfraternita- ci dice il Presidente Mario Maffa- dà il via ai preparativi a partire dal 25 aprile, giorno in cui il cocchio che trasporterà il simulacro del Santo durante la processione, viene spostato da “sa coccera”, la stanza in cui viene custodito durante l'anno, alla navata centrale della chiesa dedicata al Martire”.

Lo stesso giorno vengono consegnate la bandiera e gli stendardi ai Miliziani e al Terzo Guardiano, che eletto il 19 marzo, giorno dell'insediamento della guardianìa, resta in carica per un anno. Nel 2014 è il turno di Marco Marinaro, che ricoprì questo ruolo già nel 2005. I Miliziani rappresentano un antico corpo militare ausiliario nato per difendere l'Isola in mancanza di truppe regolari; oggi hanno il compito di scortare il cocchio durante la processione fino a Nora.

“Il 29 aprile- spiega Mario Maffa- le consorelle si occupano della vestizione del simulacro del Santo con gli abiti di gala, e la mattina seguente viene imposto l'oro votivo, tra cui un pendantif in filigrana d'oro, donato dalla regina Maria Teresa d'Austria nel 1814”. L'aureola e la palma, simboli del martirio, vennero realizzate nel 1956 dall'artigiano orafo Giovanni Carta in occasione del 300° anniversario della festa.

A mezzogiorno in punto avviene il rito dell'intronizzazione: il simulacro del Santo viene portato vicino al cocchio dal Presidente dell'Arciconfraternita e dal Terzo Guardiano e poi posto al suo interno dai collaterali, i confratelli che, come dice il nome, stanno ai lati del cocchio durante la processione.

Il 1° maggio è il gran giorno. A partire dalle 7 del mattino viene celebrata una Messa ad ogni ora, in attesa della Messa dedicata all'Alter Nos, che viene celebrata alle 11.
Il Terzo guardiano si reca a cavallo al Palazzo Civico di via Roma, dove l'Alter Nos con una cerimonia viene insignito del “Toson d'oro” da parte del Sindaco, e insieme si recano alla chiesa di Sant'Efisio per assistere alla Messa.

Il momento più atteso dai fedeli è finalmente giunto: Sant'Efisio lascia la chiesa, e scortato dai miliziani inizia la processione lunga circa 65km, che terminerà solo tre giorni più tardi.

Dopo aver percorso le vie di Stampace preceduto dalle “traccas”, dai colori degli abiti tradizionali e dai cavalieri, il cocchio percorre la via Roma, dove le donne in abito tradizionale svolgono “sa ramadura”: la strada viene ricoperta da un tappeto di petali colorati.

“In seguito- prosegue Mario Maffa- ci si reca a Giorgino, alla chiesetta dedicata a Sant'Efisio, situata presso la villa della famiglia Ballero. Qui Sant'Efisio viene spogliato degli ori e dei preziosi abiti, che vengono sostituiti con altri più semplici”. Anche il cocchio viene sostituito con uno più piccolo e semplice, detto “di campagna”. In passato questa pratica era indispensabile poiché al di fuori della città si correva il serio rischio di venire derubati.

La processione prosegue fino a Sarroch, per ripartire il giorno seguente alla volta di Nora, passando per Pula. La tappa finale del 2 maggio è la chiesetta costruita sulla spiaggia di Nora, luogo in cui avvenne il martirio di Sant'Efisio.

Il 3 maggio dopo la processione nella zona archeologica di Nora, i fedeli iniziano il tragitto inverso diretti verso Cagliari. La notte il cocchio pernotta all'interno della chiesa di Pula e la mattina seguente i pellegrini passeranno per Villa San Pietro, Sarroch, Villa d'Orri e Frutti d'Oro, fino a giungere un'altra volta a Giorgino, dove il simulacro del Santo viene nuovamente vestito degli ori e degli abiti di gala.

Alle 20.30 la processione riparte per la chiesa di Sant'Efisio. “È assolutamente indispensabile- spiega il Primo Guardiano- giungere alla chiesa stampacina entro la mezzanotte, in caso contrario il voto non verrebbe sciolto!”.

Giunti in chiesa, il Presidente dell'Arciconfraternita recita una formula con la quale annuncia lo scioglimento del voto:

“Illustrissimo Signor Alter Nos, reverendissimo Signor Decano, potete riferire al Consiglio Civico e al Capitolo Metropolitano che il voto è stato sciolto. Atrus annus!”.

Fino al 25 maggio il cocchio sosta all'interno della chiesa, ed in tale data si chiude la festa con una processione e il canto di Te Deum in segno di ringraziamento.