Reportage

I numeri, l'Alter Nos e le consorelle dell'Arciconfraternita.

Alter nos: dalla tradizione al rinnovamento

La figura dell'Alter Nos all'interno della Festa di Sant'Efisio ha conosciuto dei mutamenti importanti nel corso dei secoli, assecondando gli avvenimenti della storia e i cambiamenti sociali si è trasformato da “Altro noi” del vicerè a rappresentante del Sindaco e della Municipalità di Cagliari nel suo insieme a partire dal 1848. Ci sono altre modifiche importanti che potrebbero riguardare uno dei ruoli chiave della sagra?

Nel corso della seduta del Consiglio comunale cagliaritano del 26 marzo scorso il sindaco Massimo Zedda ha nominato l'Alter nos della Festa di Sant'Efisio numero 357 ovvero un emozionato Filippo Petrucci, consigliere di 32 anni che ha subito dichiarato di vedere questa nomina come “Un sogno che si realizza.”

La sua interpretazione dell'Alter Nos all'interno della Festa sarà strettamente legata alla tradizione, ma soprattutto sarà impregnata di religiosità “Una volta terminata la parte ufficiale della mia partecipazione metterò le scarpe comode e parteciperò alla processione, per me sarà un vero percorso di fede.”

Nella conferenza stampa di presentazione di questa 357^ edizione il sindaco Massimo Zedda ha dichiarato “Ci sono cose che è bene non modificare, può essere modernizzata la grafica e possono essere aggiunte iniziative collaterali ma sempre seguendo la tradizione”. Tuttavia recentemente sono emerse due questioni riguardanti la figura dell'Alter Nos che potrebbero portare una ventata di cambiamento nella storia della Festa. A seguito di una proposta del consigliere comunale  Marco Murgia è emersa la possibilità  di una rivisitazione dell'abbigliamento, che per ora consiste nel classico frac cucito su misura nella storica sartoria Zedda del Corso Vittorio Emanuele, a favore dell'abito maschile della tradizione cagliaritana “Il fatto che l'Alter Nos, rappresentante della città, partecipi alla festa religiosa, nella quale la devozione popolare è espressa dalla moltitudine degli abiti popolari tradizionali, indossando il frac, marca simbolicamente una distanza fra Cagliari e la Sardegna, dove è Sardegna anche la Cagliari popolare. Penso che portare a zero questa distanza, stabilendo che il vestito da cerimonia dell'Alter Nos non sia più il frac ma il vestito maschile della tradizione cagliaritana sia un atto simbolico che innova la tradizione rendendola più salda e piena di significati. L'innovazione è un processo che interessa ogni tradizione e anzi si può affermare che una tradizione vive ed è sentita nella società proprio in relazione alla sua capacità di incorporare l'innovazione senza snaturare il suo significato profondo ma anzi estendendolo e arricchendolo di significati”.

Antonello Angioni, avvocato e scrittore, autore tra le varie pubblicazioni  di “Sant'Efisio patrimonio dell'umanità” insieme a Giampaolo Lallai, fornisce un'interpretazione legata alla storia della proposta, estendendo il ragionamento al costume sardo: “Una sagra vive nella misura in cui ha la capacità di assorbire e rielaborare, in modo critico, successivi apporti culturali innestandoli su un tronco di pratiche, forme e saperi consolidati. L'Alter Nos è il rappresentante della Municipalità che pronunciò il voto istitutivo della processione in onore del santo. Ora, se considera che il voto risale all’11 luglio del 1652, andando secondo la “tradizione”, è evidente che l’Alter Nos non potrebbe essere vestito col frac posto che tale abbigliamento sicuramente non esisteva nella Sardegna del XVII secolo.  Il frac era (più che il “costume”) l’abito che i consiglieri civici indossavano normalmente nella metà dell’Ottocento. Tra l’altro i due mazzieri che scortano l’Alter Nos indossano un costume seicentesco (anche se il copricapo è di epoca più tarda). Come si vede le contaminazione e i “salti storici” non mancano a conferma che la tradizione si rinnova nel tempo. Comunque sia non ritengo che l’Alter Nos, in quanto rappresentante del viceré (prima) e del sindaco (dopo), abbia  mai indossato il “costume tradizionale sardo” che - ripeto - costituisce una acquisizione successiva: nella metà del Seicento i nobili sardi vestivano alla spagnola e i popolari con ciò che trovavano, pur di coprirsi.” Il presidente dell'Arciconfraternita Mario Maffa  commenta “L' Alter Nos rappresenta la Municipalità, quindi se il Comune a seguito di studi dovesse valutare un cambio nel costume noi come Arciconfraternita non potremmo intervenire in alcun modo. Diverso il discorso per quanto riguarda la Guardiania che è di nostra competenza.”

Da tempo si parla anche della possibilità che possa un giorno essere una donna ad essere nominata Alter Nos. Se la consigliera Ghirra, già precedentemente indicata come possibile prescelta, si dichiara pronta ed entusiasta: “Sant’Efisio rientra da sempre nel mio immaginario. In lui riconosco un importante simbolo di Cagliari e delle sue tradizioni. Fin da bambina, il risveglio del primo maggio era segnato dal suono degli zoccoli dei cavalli che passavano sotto casa dei miei genitori e dal tintinnare dei campanelli che ne adornavano le bardature. Avendo fatto equitazione dall'età di otto anni, ho sempre sognato di poter partecipare alla festa come amazzone. Rappresentare l’intera città nel ruolo di “Altra” Nos sarebbe un vero onore e un’emozione enorme”, il presidente dell'Arciconfraternita Mario Maffa chiarisce la sua posizione “Se la donna in questione si prestasse ad interpretare il ruolo in tutto e per tutto, indossando il frac e rendendosi in qualche modo irriconoscibile proprio come un'attrice che si cala in una parte maschile, allora si potrebbe prendere in considerazione la proposta. Sappiamo che Francesca Ghirra è un'ottima amazzone, chissà.” Contrario invece, da un punto di vista strettamente storico,  Antonello Angioni:
“II fatto che il ruolo dell’Alter Nos, vale a dire del rappresentante del viceré o del sindaco, possa essere ricoperto da una donna è da escludere in radice (anche perché in Italia le donne, prima del 1948, neppure votavano). Questo inserimento costituirebbe davvero una forzatura antistorica.”