Pratica forse ai più sconosciuta, il Car Sharing rappresenta la controparte motorizzata del Bike Sharing; ci troviamo quindi davanti ad un servizio che consente di noleggiare per breve tempo un'automobile, utilizzarla e successivamente parcheggiarla in uno degli appositi spazi messi a disposizione, pagando il prezzo per l'utilizzo fatto.
Nato negli anni '80, trovò terreno fertile in Svizzera e una successiva espansione in tutti gli altri paesi dell'Europa settentrionale e centrale. Forti motivazioni ecologiste – riducendo il numero di automobili in circolazione si contribuisce alla diminuzione di emissioni di CO² – e l'azzeramento dei costi di gestione dell'auto – infatti chi fornisce il servizio si fa carico di pulizia, manutenzione e imposte – favoriscono la rapida diffusione di questa nuova modalità di trasporto.
Dalla sua prima comparsa in Svizzera, quando solamente una piccola azienda privata metteva a disposizione due automobili per trenta utenti, il Car Sharing ha avuto una crescita esponenziale nel corso del tempo; si registrò, infatti, una crescita annua di iscritti circa del 50%.
Germania, Olanda, Francia, Danimarca capiscono presto che questo nuovo modo di concepire l'auto può rappresentare una svolta sia per i cittadini che per il territorio, così i governi si schierano in prima linea, agevolando un servizio che oggi conta, solo nei Paesi Bassi, più di 25.000 utenti e 800 automobili.
Il discorso italiano relativo al Car Sharing muove i primi passi relativamente in ritardo, se paragonato a quello delle grandi nazioni europee. Solo grazie al Decreto Ministeriale del 27 Marzo 1998 (Decreto Ronchi), l'Italia si dota di un piano riguardante la Mobilità Sostenibile nelle aree urbane. Rispetto ai paesi in cui il servizio ha preso vita, in cui il mercato libero l'ha fatta da padrone per i primi anni di attività, in Italia il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha designato la società ICS (Iniziativa Car Sharing) come gestore dei fondi erogati, in modo da agevolare l'implementazione del servizio nel sistema di quegli enti che ne facciano richiesta.
Oggi sono 14 le città italiane in cui il servizio ha preso piede, da Palermo a Torino, da Roma a Milano, sono circa 20.000 gli utenti che regolarmente fanno uso dell'auto condivisa. Il vero successo dell'iniziativa nel nostro paese, è importante sottolinearlo, lo si vive a Milano: oltre 5.000 iscritti, 80 parcheggi disseminati per la città, un parco auto che conta 134 veicoli.
Ma a cosa si deve il successo del Car Sharing? Innanzitutto alla capacità da parte delle amministrazioni locali di credere in questo servizio sia come possibilità di crescita economica che salvaguardia dell'ambiente e del territorio: si cerca allora di coinvolgere il più possibile i cittadini, con offerte, come avviene nei paesi europei, che danno diritto a tariffe agevolate (e talvolta gratuite) durante la sosta, o, come avviene in Italia a Torino, sostanziosi sconti nell'abbonamento annuale se si rottama la propria auto per passare al Car Sharing.
In questo modo la promozione della mobilità sostenibile entra a pieno titolo nei piani delle grandi città.