Reportage

Tra bilanci di iniziative già in atto, e in attesa di conoscere quali saranno i futuri piani per la città, un “viaggio” che illustra la mobilità sostenibile cittadina.
Stazione bike sharing a Cagliari

Bike sharing, le fasi di un successo mondiale che coinvolge anche Cagliari

È il 1995,  in Danimarca si pensa di rivedere e correggere un servizio che anni prima, durante gli anni '60, era stato lanciato in Olanda con scarsi risultati: il Bike Sharing. Il modo di concepire la mobilità cittadina fu totalmente rivoluzionato. Con una piccola spesa era possibile, infatti, noleggiare una bicicletta e spostarsi come meglio si credeva.

Nel giro di circa dieci anni tutta l'Europa fu coinvolta da questa novità su due ruote, con città come Lione e Parigi che in pochi anni si dotarono di ottimi strumenti di gestione del servizio. Ma non solo, nel resto del mondo anche New York si dimostrò favorevole all'iniziativa, diventando il centro di riferimento per il Bike Sharing nordamericano, grazie alle sue 600 postazioni e oltre 10 mila biciclette disseminate per tutta Manhattan.

Nel nostro paese i pionieri di questo servizio furono i comuni di Cuneo e Parma, i quali, grazie agli ottimi risultati ottenuti, diedero il via all'espansione sull'intero territorio nazionale. Così, soprattutto al nord e al centro, il fenomeno del Bike Sharing si sviluppò con grande successo e partecipazione dei cittadini, grazie anche alla grande gestione messa in atto dalle pubbliche amministrazioni che credettero in questo progetto come forma di salvaguardia del territorio.

Quando nel 2009 la Regione Sardegna promulgò il PAAR (Piano di Azione Ambientale Regionale), furono gettate le basi anche per la creazione di un piano di gestione della mobilità ciclistica, e a questa chiamata la città di Cagliari non si fece trovare impreparata. Dopo appena un anno, il 21 ottobre 2010, venne inaugurato il primo servizio isolano di Bike Sharing, mentre città come Alghero e Sassari solamente oggi iniziano un discorso più articolato e concreto riguardo questo servizio, lasciando il capoluogo isolano come unico centro operativo.

Il nome dell'iniziativa cagliaritana, “Bicincittà”, trae origine dal progetto che ad oggi coinvolge 78 comuni e ha come scopo quello di “essere da una parte un servizio pubblico che rappresenti un seria alternativa al proprio mezzo di trasporto privato a motore e dall’altra uno strumento di pianificazione strategica in termini di mobilità”.

I dati relativi all'utilizzo del servizio di Bike Sharing nel comune di Cagliari sono più che soddisfacenti, soprattutto se visti nell'ottica di una città poco incline negli anni passati agli spostamenti su due ruote. Con le sue 35 biciclette dislocate in quatto punti della città (Via Sonnino, Piazza Repubblica, Piazza Giovanni, Marina Piccola) il servizio risulta essere completo e soprattutto, parte certo da non trascurare, in perfetta sintonia con quelli che sono alcuni tra i punti nevralgici cittadini sia dei mezzi di trasporto urbano che di interesse turistico.

Ad oggi si contano 350 iscritti al servizio – ricordiamo che è possibile richiedere l'iscrizione presso l'Infopoint in piazza De Gasperi, 2 – anche se circa un centinaio non hanno rinnovato l'abbonamento annuale. Addirittura, invece, sono 123 gli utenti che risultano nelle liste d'attesa.

Come era prevedibile i cagliaritani usufruiscono delle biciclette messe a disposizione dall'amministrazione comunale soprattutto in funzione del meteo: i giorni di sole fanno registrare il picco massimo di fruitore, con il punto-bici di piazza Repubblica a farla da padrone. Il weekend invece è Marina Piccola, che offre la possibilità di una gradevole pedalata a ridosso della spiaggia del Poetto, a contare il più alto numero di utilizzatori. In linea di massima, comunque, le cifre si aggirano intorno ad una media di 10 utenti giornalieri. Numero probabilmente destinato ad aumentare, grazie soprattutto al grande sforzo e impegno dell'amministrazione comunale che, come preannunciato in una nostra intervista all'assessore Mauro Coni, si appresta non solo a potenziare la rete di piste ciclabili, ma aumentare anche il numero di stalli all'interno della città, con l'introduzione di sei nuovi punti-bici.