La missione della Cineteca Sarda coincide con la sua storia, più esattamente con le sue origini.
La Società Umanitaria questo anno compirà il suo 120esimo anniversario e il primo nucleo si sviluppa a Milano per poi espandersi verso nuove sedi periferiche in tutte le regioni d'Italia.
Operativa dagli anni sessanta per mezzo di un progetto europeo detto O.E.C.E. (Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea); uno strumento di sviluppo e cooperazione che mirava a fare in modo che dopo la guerra le zone più disagiate si riprendessero sia dal punto di vista economico che culturale.
L' OECE finanziava azioni (in questo caso culturali) per incentivare lo sviluppo del territorio, quello sardo appunto, che nel dopoguerra si trovava devastato sia economicamente, nell'agricoltura in particolare, che culturalmente.
L'essenza del piano O.E.C.E., il progetto che consentì la nascita di centri di raccolta e diffusione di documenti e opere cinematografiche, è stata proprio l'azione formativa – anche sotto il profilo culturale - rivolta ai contadini e agli artigiani. Questo perché nei primi anni sessanta la nostra era una terra con un alto tasso di analfabetismo.
Pertanto, l'Europa coinvolse in questo progetto una serie di soggetti che già operavano nel territorio ai quali questo intervento europeo si appoggiò perché già operativi in diversi ambiti segnalati dallo Stato stesso. O.E.C.E.-Sardegna è un progetto esemplare che ha segnato lo sviluppo della nostra cultura e ha ricostruito, con successo, una società. Un'azione del passato, ma molto attuale e, pertanto, di forte valenza simbolica perché punta sulla cultura e sull'istruzione in quanto risorse per lo sviluppo sociale ed economico del paese.
In Sardegna questo progetto durò parecchio tempo ed ebbe, dunque, diversi anni di gestazione, fino ad attuarsi a partire dal 1959 sebbene effettivamente si concretizzò solo nei primi anni sessanta.
Grazie ai finanziamenti O.E.C.E. destinanti al mezzogiorno nacque il primo centro della Società Umanitaria che si occupava di sviluppo culturale e di educazione degli adulti, e per lavorare intorno alla cultura aveva deciso di incentrare tutta l'attività sull'audiovisivo e sul cinema perché in quell'epoca non esistevano documenti audiovisivi al di fuori di una sala cinematografica.
I primi operatori - tra cui il fondatore Fabio Masala - comprarono le pellicole e iniziarono a lavorare nel territorio regionale facendo una serie di attività sulle biblioteche. Sostanzialmente il primo nucleo di lavoro indirizzò la sua attività verso le fasce sociali più deboli. I primi operatori si recarono, così, nelle comunità e piccoli centri abitati i cui abitanti non conoscevano il cinema. Attraverso tali proiezioni si formava il pubblico anche attraverso la discussione e la riflessione.
Si trattò di progetti a lungo termine, e pertanto, la cassa per il Mezzogiorno fu chiusa e lo Stato rimandò le attività alle regioni.