Al numero 12 del Largo Carlo Felice, dietro un portone non dissimile da tanti altri del palazzo Accardo, si trova un luogo tanto sacro quanto antico: il santuario che tra il 504 e il 722 conservò le spoglie di S. Agostino.
Chi vi passa vicino con molta probabilità ignora che a pochi metri dal pavimento vi sia una cripta che per ben due secoli ha custodito il corpo di uno dei massimi pensatori del passato, l'autore delle celebri “Confessioni”.
Secondo la tradizione la salma di S. Agostino venne trasportata nel quinto secolo da S. Fulgenzio, esule in Sardegna per sfuggire alle persecuzioni e venne collocata in un vano sotterraneo. Per accedere a questa cripta occorre scendere attraverso una scala a chioccia in ferro battuto che conduce ad un ambiente intimo, ristretto, ove sorge un piccolo altare. Dietro quest'ultimo sarebbero state riposte le reliquie del santo, custodite dentro una cassa d'oro.
Il corpo di S. Agostino venne poi traslato a Pavia per volere del re longobardo Liutprando, pagando un forte riscatto ai saraceni allora dominatori dell'isola, così da impedirne la profanazione.
Oggi resta quella cripta e quel piccolo vano vuoto dietro l'altare, ancora bagnato dall'acqua filtrata dal terreno, un tempo ritenuta miracolosa, tanta era la fede del popolo sardo.
La cripta di S.Agostino solitamente è chiusa al pubblico, ma accessibile e visitabile eccezionalmente, previa autorizzazione del canonico della Chiesa del Santo Dottore (che si trova a pochi metri di distanza).
Non aspetta altro che essere restaurata e restituita alla sua memoria.