Pochi probabilmente sono a conoscenza dell'esistenza di una Carta dei diritti dei bambini all'arte e alla cultura, ideata da La Baracca- Testoni ragazzi di Bologna. Diciotto punti, tradotti in 28 lingue, che sanciscono il diritto dei più piccoli a forme artistiche e culturali pensate apposta per loro, a frequentare musei, centri culturali sia con la famiglia che con le scuole, a partecipare alle proposte artistiche della città come "soggetti" competenti e sensibili.
Trasformare i musei da luoghi per nulla attrattivi e solitamente noiosi a luoghi dove i bambini possono avere un contatto diretto con l'opera d'arte, a luoghi di socializzazione, divertimento e creatività è uno degli obiettivi della sezione didattica del Consorzio Camù, che raggruppa alcuni dei principali centri comunali d'arte e culturali della città.
"Questa sezione, nata nel 2004, - ci spiega Alessandra Spissu, referente dell'area didattica- rientrava nei cosiddetti servizi aggiuntivi. Scopo era quello di far conoscere ai bambini, dai 5 anni fino alla scuola media, un posto nuovo, che faceva parte della storia della città, o, nel caso di mostre permanenti, avere un contatto diretto con l'opera d'arte, che altrimenti avrebbero potuto conoscere solo attraverso le immagini."
"S-guarda la città", che si svolge ogni anno in occasione di Monumenti Aperti, è una delle proposte per consentire ai più piccoli di fruire dei luoghi di cultura cittadina. Si tratta di itinerari pensati in modo tale che siano i bambini ad accompagnare i genitori alla scoperta di qualche angolo della città, svolgendo un ruolo attivo, evitando così che si annoino facendo lunghe code o seguendo le visite degli adulti.
Ma le attività didattiche pensate per i bambini vanno dai laboratori sulle mostre che i centri ospitano alla conoscenza del monumento in sé, in forma di gioco, come nel caso del Castello di San Michele.
Oltre le visite guidate che sono quelle attività che ci sono tutto l'anno, altri laboratori vengono riproposti di anno in anno, garantendo continuità, come " Crea il tuo libro d'artista". Se ne mostra un esempio ai bambini, ad esempio i libri d'artista di Maria Lai, e poi i piccoli dovranno creare il loro. Questo è anche il punto di partenza per far conoscere questa artista e la sua arte.
I laboratori legati a mostre ospitate nei diversi centri per un periodo abbastanza lungo, invece, "prevedono una visita guidata - ci racconta Ivana Salis, che si occupa appunto dei laboratori- molto semplice, su chi è l'artista, da dove viene e se l'hanno mai sentito nominare. Segue la fase fondamentale di conoscenza fra di loro e con l'operatore. Dopodiché sono loro stessi a creare e a presentare la loro opera agli altri". Finalità è quella, innanzitutto, del contatto con l'opera, di imparare a leggere l'opera nei suoi elementi.
Che la formula funzioni - affermano Alessandra Spissu e Ivana Salis- lo testimoniano la gioia e l'impegno con cui i bambini si dedicano alla creazione della loro opera d'arte.