Reportage

Quattro firme del giornalismo sardo parlano del futuro dell’Informazione.
Informazione e internet
Informazione e internet

La qualità dell'informazione oggi

Lunga vita alla carta stampata, dunque; l’ottimismo regna sovrano. Occhi puntati allora sul presente in cui non tutti i quotidiani godono di uguale apprezzamento. Tra i più soddisfatti, il Presidente dell’Odg “I quotidiani più autorevoli sono anche quelli più venduti in edicola, cosa che non accade in altri Paesi come la Francia, dove anzi i giornali di alto livello sono in difficoltà economiche, o l’Inghilterra, dove primeggiano i giornali scandalistici, quelli, cosiddetti popolari. In Italia invece i lettori dimostrano di apprezzare la qualità dei quotidiani. Ed anche in Sardegna la situazione è positiva :. I quotidiani sardi sono, in proporzione al numero di abitanti, i giornali regionali più diffusi in assoluto, e questo è sicuramente indice di radicamento fondato sulla qualità dell'informazione”

Non fa particolari sconti invece Giacomo Mameli che , parlando di qualità, vede un mondo a due facce. “Bisogna distinguere tra grandi e piccoli giornali. Quelli a grande tiratura nazionale hanno una qualità elevata, collaboratori esterni e competenze nelle redazioni di primo livello. Giornali come il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, La Stampa sono tra i migliori d’Europa. Nei giornali regionali questa qualità è andata decisamente calando, anche in Sardegna, perché il valore dei giornalisti non è di primo livello: ci sono molte approssimazioni che contribuiscono a formare un giornale di 60-80 pagine, dove però non si riesce a trovare un’inchiesta, un contenuto. Nei giornali regionali non c'è neanche la qualità che si può trovare in quelli di estrema destra, come Libero e il Giornale, che sono politicamente del tutto lontani dalla mia visione ma per qualità giornalistica sono ben fatti. Nella deformazione politica delle notizie di Libero c'è comunque della qualità:. L'industria editoriale locale è invece in uno stato comatoso, si affida molto ai corrispondenti locali che ovviamente non hanno la cassetta degli attrezzi necessari per fare del buon giornalismo e soprattutto pluralismo.”

Per il Presidente dell’Assostampa Birocchi i malanni dell’informazione arrivano dalle gelate economiche della crisi e da un pluralismo limitato, “Ma in Sardegna, a parte il riflesso della situazione generale, il pluralismo esiste: ci sono due giornali, ognuno con una diversa tendenza elettorale ; ci sono alcune emittenti forti, oltre naturalmente alla sede Rai, che fanno pluralismo. In generale, oggi l'industria dell’ informazione deve fare i conti con la crisi economica. I giornali stanno cercando di ridurre le spese Con redazioni sguarnite, i giornalisti avranno da lavorare più nella routine quotidiana che nell'inchiesta e nell'approfondimento, incidendo in questo modo sulla qualità dell’informazione. In Sardegna, con un debole sistema economico, la crisi economica si è fatta sentire , se possibile, con intensità ancora più forte . Il terzo giornale (il Sardegna del gruppo E-POLIS) , un free press, ha chiuso i battenti; In alcune emittenti televisive in crisi i giornalisti si sono dovuti ridurre lo stipendio; in un'emittente di Olbia sono andati in cassa integrazione al 50%. Per ora il sistema sta tenendo ma con pesanti problemi.”

Dalle sue analisi , Gianni Filippini rileva tra l’altro un’intossicazione da informazioni “Il volume di dati è aumentato in modo esponenziale. Con la moltiplicazione del mezzo di comunicazione prodotta dalle nuove tecnologie il fruitore è letteralmente tempestato di notizie : adesso riceve informazioni dal cartaceo, dal televisore, dalla radio, persino dai telefonini e dalle altre apparecchiature che sono arrivate in circolazione. In questo senso può essere che la quantità in qualche caso sia a discapito della qualità”.