Reportage

La danza delle cifre: sappiamo chi e come siamo?

Autore: Marta Nonnis,
7 ottobre 2010, 12:39
Fotografia della società italiana con focus su Cagliari e sulla Sardegna, sviluppata dagli atti del convegno nazionale di statistica svoltosi nel capoluogo sardo.
Enrico Giovannini presidente ISTAT
Enrico Giovannini presidente ISTAT

Sognando l'America

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2011: Ultimo censimento a cadenza decennale? Intervento del presidente Istat Enrico Giovannini.

“La statistica serve? E a chi?”. Si apre in chiave “provocatoria” il discorso del presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, che ribadisce con forza l'importanza della statistica per i governi.
Una domanda tutt'altro che retorica vista la crisi che sta colpendo il settore. In Canada, il direttore generale dell'Istituto di Statistica ha consegnato le dimissioni come segno di protesta ad un esiguo finanziamento ricevuto dal governo canadese per il nuovo censimento. Anche l'Inghilterra pare non abbia intenzione di rifinanziare le nuove indagini censuarie; la Spagna ha investito solo 100 milioni di euro. Quindi se l'Italia ha scelto ancora una volta di credere nel valore e nell'utilità di questa raccolta e catalogazione imponente di dati, lo si deve anche all'impegno speso da Giovannini.

A chi serve dunque la statistica? Ai governi, per evitare un nuovo “caso greco”, e alla popolazione: oggetto e allo stesso tempo fruitrice della ricerca. “Un censimento “per” la popolazione – come il presidente Giovannini auspica che sia il prossimo rilevamento del 2011. Deve rappresentare una svolta per l'Italia e per la statistica e potrebbe essere l'ultimo a cadenza decennale”.

Il modello da seguire è quello americano del data warehouse, un sistema di archivio dati elettronico, caratterizzato dalla diversificazione delle fonti di provenienza dei dati e dal continuo aggiornamento degli stessi. “Un censimento continuo” frutto, se la proposta andasse in porto, anche di uno scambio di informazioni tra l'Istat e le amministrazioni comunali.

Nel 2009 si è dato il via, in numerosi comuni pilota, alla sperimentazione delle metodologie da applicare all'ingente raccolta dati sulla popolazione e sulle abitazioni, che abbraccerà tutti i comuni italiani. A Modena, ad esempio, grazie all'integrazione dei dati classici posseduti dall'anagrafe per ogni cittadino residente (età, genere, provenienza, stato di famiglia, cittadinanza) con quelli ricavati dal censimento del 2001 e dall'anagrafe regionale degli studenti (professione e titolo di studio), dal Pubblico Registro Automobilistico (numero di autovetture possedute e cilindrata) e dall'Agenzia delle Entrate (reddito imponibile), si avrà un quadro sempre più dettagliato per ciascun residente. Con un quadro così analitico dello status socio-economico dei cittadini, le comunità locali potranno pianificare e attuare degli interventi mirati per migliorare i servizi e risolvere le problematiche delle singole realtà.