Le origini del Palazzo di Città risalgono a prima del 1335, anno in cui le autorità aragonesi concessero l’area dove sorgeva una lotgiam regalem ai consiglieri del capoluogo, affinché vi edificassero un palazzo per tenervi le loro riunioni. L’aspetto attuale dell’ex palazzo Civico si deve però alle ristrutturazioni settecentesche che lo trasformarono secondo il gusto del barocchetto piemontese.
Situato in piazza Palazzo, di fianco alla Cattedrale, esso risale probabilmente ad epoca pisana e durante il periodo aragonese vi si riunivano i componenti della famiglia reale. L’origine pisana del palazzo pare attestata da un documento recante la firma del sovrano aragonese Alfonso IV che lo concesse ai consiglieri cagliaritani, che chiedevano un luogo per riunirsi. Nell’atto citato si parla di un edificio da costruire *“supra lotgiam regalem que est ante plateam dicti castri”. La lotgiam regalem potrebbe indicare un preesistente edificio di epoca pisana .
Nel 1787 venne completamente ristrutturato ad opera degli architetti piemontesi. Del periodo spagnolo rimane la significativa testimonianza della visita di Carlo V di Spagna, immortalata dall’ iscrizione marmorea collocata sopra il portone d’ingresso. Il sovrano, infatti, sostò in città nel 1535 prima della battaglia di Tunisi contro i pirati barbareschi che continuamente saccheggiavano le coste dell’isola.
Il Palazzo di Città fu, fino al 1906, la sede del municipio di Cagliari.
L’esigenza di sostituire l’antico Palazzo, insufficiente negli spazi e ubicato nel cuore di Castello, lontano dalle aree più vitali in prossimità del porto, era fortemente avvertita dalle menti più aperte. Nel 1879 il Consiglio stanziò un fondo preparatorio per costruire il nuovo municipio e il 30 Gennaio del 1880 fu nominata la Commissione di preavviso presieduta da Filippo Vivanet per indicare le possibili aree dove fosse possibile instaurarlo. La Commissione individuò sette zone d’interesse tra i quartieri di Stampace e Marina. Solo nel 1896 si optò per via Roma e nel 1897 il Consiglio Comunale guidato da Ottone Bacaredda bandì il concorso nazionale. La competizione premiò il progetto elaborato da Crescentino Caselli, ma in realtà elaborato da Annibale Rigotti.
La prima pietra del nuovo Palazzo Civico fu posata dai re d’Italia Umberto I e Margherita di Savoia nel 1899.
La costruzione dell’edificio durò parecchi anni. Gravemente danneggiato durante i bombardamenti nel 1943, fu successivamente restaurato secondo le forme originarie.