Nell’intento di assicurare la conservazione del Teatro Massimo in quanto ritenuto di rilevante interesse sociale, l’Amministrazione comunale di Cagliari nel 1978, con deliberazione di G.M. n.1849 dispose una variante al P.R.G., destinando l’area del Massimo (di proprietà dei lottizzanti eredi Merello) a zona servizi generali, e l’area dell’ex Cinegiardino, già ceduta al Comune per servizi di quartiere, a zona C/ I-2 di completamento residenziale.
La nuova ripartizione fu confermata dall’Amministrazione Comunale con l’approvazione dei piano dei servizi, adottato con deliberazione del C.C. n.1449 del 21.04.1980.
A seguito di tale variante e dopo vari ricorsi da parte dei lottizzanti, nel 1997 è stata presentata da parte degli eredi Merello una proposta di transazione al Comune, con la quale la proprietà del Teatro Massimo e della sua area di sedime sarebbe dovuta essere trasferita al Comune, in cambio dell’area dell’ex Cinegiardino che sarebbe dovuta essere invece ceduta a favore degli eredi Merello. Tale proposta venne approvata dal Consiglio Comunale con deliberazione n.162 del 16 settembre 1998 e la transazione è stata resa attuativa solo di recente.
Con deliberazione del Commissario Straordinario n.32 del 15.03.2001 è stato approvato il progetto preliminare dei lavori di ristrutturazione , redatto dagli uffici tecnici dell’Amministrazione, che prevedeva la realizzazione dei lavori di ristrutturazione del Teatro Massimo e contemporaneamente l’affidamento della gestione dell’edificio attraverso il sistema della concessione dei LL.PP. (ai sensi dell’art.19 della L.109/94). In questa maniera le opere si sarebbero dovute eseguire con finanziamenti a
carico del concessionario, il quale avrebbe avuto quindi il diritto alla gestione funzionale del “Massimo” ed allo sfruttamento economico per un periodo di non più di trenta anni.
Successivamente, con deliberazione di C.C. n.105 del 05.12.2001, è stata accolta la proposta di inserire l’intervento di ristrutturazione del Teatro Massimo nel Programma operativo regionale 2000-2006 “Strutture e servizi per attività culturali e di spettacolo”, al fine di ottenere dei finanziamenti regionali a copertura di una parte delle spese previste per la realizzazione dei lavori.
Il gruppo di lavoro formato dai tecnici comunali e dai consulenti esterni ha perciò presentato alla Regione uno studio di fattibilità volto a valutare la convenienza tecnica, finanziaria, ed economico-sociale alla realizzazione della proposta progettuale dei lavori di recupero e di riqualificazione dell’immobile sede del Teatro Massimo.
Le caratteristiche dell’edificio e la destinazione prevista hanno consentito l’inserimento dell’intervento nel Programma operativo regionale 2000-2006“Strutture e servizi per attività culturali e di spettacolo”.
Normativa e vincoli urbanistici
Come anticipato precedentemente, a seguito della variante al P.R.G. del 1978, l’area del “Massimo” venne destinata a zona BS, ossia a servizi di quartiere, proprio con l’intento di conservare il Teatro.
Tale destinazione urbanistica è stata conservata anche dal P.U.C., adottato ed in corso di approvazione, nel quale l’area interessata ricade in zona S2 riservata alle attrezzature di interesse comune.
Si è pertanto verificata la fattibilità dell’intervento, appurando che esso è compatibile sia con le prescrizioni del P.R.G., che con quelle del nuovo strumento urbanistico.
In tale zona omogenea l’indice fondiario è di 5 mc/mq e la volumetria edificabile in una superficie totale di 3.300 mq è di 16.500 mc.
In realtà la volumetria realizzata è di circa 28.800 mc ed il presente progetto di ristrutturazione prevede una ridistribuzione dei volumi conservando praticamente la volumetria totale. Infatti, in conseguenza di una più funzionale organizzazione degli spazi, è prevista la demolizione di 4.805 mc e la ricostruzione di 4.325 mc.
Essendo il “Massimo” un immobile avente più di 50 anni, seppur senza particolari pregi, è comunque soggetto al vincolo da parte della Sovrintendenza ai BAAAS, ai sensi della L. n.1089 del 1939 e del D.lgs n.490 del 1999.
Descrizione dell'intervento e scelte progettuali
Mentre il vecchio Teatro aveva una capienza che superava i 1500 posti, le nuove esigenze hanno imposto numeri molto più contenuti derivati dal concomitante rispetto dei rinnovati parametri e delle scelte progettuali più specialistiche.
La struttura infatti è stata adeguata alle normative per l’abbattimento delle barriere architettoniche, alle norme antincendio e per la sicurezza sui luoghi di lavoro, ed alle norme specifiche di riferimento.
Le indagini sul mercato della prosa e sugli spettacoli o manifestazioni in genere, estese al bacino potenziale della città, hanno portato ad individuare il valore di capienza ottimale tra i 700 e gli 800 spettatori.