Reportage

La Festa di Sant'Efisio: tra fede e folklore

Autore: Francesca Palmas,
5 maggio 2008, 17:57
I partecipanti alla festa, le tradizioni e le emozioni legate al Santo.
Edoardo Tocco - Alter Nos 2007
Edoardo Tocco - Alter Nos 2007

L’ALTER NOS 2007. Edoardo Tocco racconta la sua esperienza

Edoardo Tocco, consigliere comunale eletto nel Giugno 2006 è stato l’Alter Nos per la 351 festa di Sant’Efisio. Questo compito lo ha svolto con grande trasporto e il desiderio di poter ripetere l’esperienza. Tutto questo è facile evincerlo dalle sue parole:
La nomina
“Quando ero bambino e osservavo dalla finestra di casa mia il passaggio dell’Alter Nos, sognavo di poterlo diventare io un giorno. Questa persona ritta sul cavallo nero che sventolava il cilindro in saluto della folla mi ha sempre colpito enormemente. Forse perché, in quanto cagliaritano doc, ho sempre partecipato col cuore alla festa di Sant’Efisio.
Da quando sono diventato consigliere comunale ho sperato che il mio sogno si realizzasse e sono stato io a chiedere al Sindaco di concedermi questo grande onore. Nonostante le perplessità di qualcuno, il mio desiderio è stato esaudito dopo un periodo carico di ansia e aspettative.
In tanti parlavano della mia nomina, ma fino a quando il Primo Cittadino non me lo ha comunicato ufficialmente non ho avuto un momento di pace.
E finalmente verso metà Aprile il mio sogno si è avverato:ero l’Alter Nos. Da quel momento in poi sono stato coinvolto nei numerosi preparativi che la mia carica richiede: le scelte per l’abbigliamento, le lezioni di equitazione e la partecipazione alle numerose manifestazioni dell’Arciconfraternita del Gonfalone. Le visite all’Arciconfraternita sono state cariche di significato:lì ho incontrato i confratelli amici di mio padre, purtroppo scomparso.La loro emozione per la mia nomina è stata immensa poiché in me hanno rivisto la realizzazione del sogno di mio padre.
La processione
Nei giorni precedenti la festa non riuscivo a pensare ad altro, la mia mente e il mio cuore erano concentrati solo sulla festa imminente. E finalmente il primo Maggio è arrivato:la prima visita che ho fatto nelle vesti di Alter Nos, dietro suggerimento di un amico consigliere, è stata al carcere di Buoncammino. I detenuti non possono partecipare e mi sembrava giusto che vedessero dal vivo almeno parte di questa celebrazione così importante. Ciò che più mi ha colpito, oltre l’ovazione dei detenuti, è stata la visita a Grazia Marini, la carceriera di Silvia Melis. Questa donna, piccina e dagli occhi molto penetranti, mi ha accarezzato il viso e mi ha detto:”Figlio mio, che Dio ti protegga!”. Prima di recarmi al Comune sono passato per Viale Santa Avendrace:la mia casa. Lì ho salutato le suore e i miei amici e infine mi sono recato, accompagnato dai mazzieri, al Comune.
Io salgo la scalinata del Municipio tantissime volte al giorno, ma farla come Alter Nos è stato completamente diverso:ho percepito ancora una volta l’importanza del ruolo che stavo ricoprendo ad ogni scalino che percorrevo. L’incontro col Sindaco è stato molto sentito e, dopo un breve discorso in cui ha ricordato la storia dell’Alter Nos, mi ha insignito col Toson d’oro:avevo al collo un pezzo della storia della Sardegna. Terminata la cerimonia sono montato a cavallo, un magnifico stallone bianco, e ho percorso la strada verso la chiesetta di Sant’Efisio. Gli spalti erano già gremiti di una folla vociante di fronte alla quale mi sono levato il cappello. Non ho rispettato la tradizione, che vuole che l’Alter Nos se lo levi solo di fronte alle autorità, ma l’ho fatto perché mi sembrava giusto omaggiare il popolo perché il Sindaco mi ha dato la nomina, ma senza il consenso popolare non sarei mai potuto arrivare a ricoprire questa carica.
Alle undici ho assistito alla messa in onore dell’Alter Nos dove è stato consacrato il mio ruolo dal punto di vista religioso. Al termine della funzione sono uscito per la processione e sono stato accolto dall’ovazione della folla. Quando sono arrivato di fronte alle autorità ero raggiante e fiero, ed infine sono giunto in Viale la Playa, dove mi sono permesso di chiedere ‘Com’è andata?’. Il resto della processione lo ricordo come una girandola di colori, cibi, ospitalità e fede.
Ricordo in particolare il momento in cui il Santo ha percorso la spiaggia di Nora, luogo del suo martirio. Stava diluviando ma nonostante questo ho continuato a seguirlo con grande fede e gioia. Ripercorrere il Suo cammino è un onore troppo grande e la pioggia un inconveniente troppo piccolo per smorzare la fede mia e delle persone accorse per Lui.
Quando, infine, siamo giunti a Cagliari ero veramente stravolto dalla stanchezza, ma pronto per celebrare il rientro. Percorrere le vie della città di notte, solo con le luci dei lampioni è stato molto suggestivo, specialmente perché io sapevo che la gente era ai lati della strada, ma non la vedevo.
E così è finita la mia esperienza. Non so cosa darei per poter ricoprire ancora una volta questo ruolo. Sono così legato al Santo e alla sua festa che i confratelli mi hanno fatto l’immenso dono di accettarmi nell’Arciconfraternita, per cui, in un modo o nell’altro, io continuerò a sfilare col Santo. Questo perché credo fermamente che nella vita di ognuno di noi ci siano dei momenti che non potranno mai essere cancellati e questi ricordi so che resteranno per sempre nel mio cuore.