Reportage

Associazionismo giovanile e riqualificazione territoriale

Autore: Matteo Nieddu,
13 gennaio 2016, 12:08
Radiografia di un'associazione cagliaritana presente in 19 nazioni

In primo piano

Tra i diversi protagonisti passati in rassegna, ci soffermeremo sul team cagliaritano TDM 2000 per la sua peculiare attività di networking internazionale con sede nel capoluogo sardo. Le problematiche, gli interventi, i risultati e gli auspici di un sodalizio di giovani, considerabili il gruppo ammiraglio della flotta di associazioni sarde, saranno oggetto della nostra inchiesta.
A offrirci una visuale non scontata sulla vita dell'associazione TDM 2000, si sono raccontati il presidente Gianluca Frongia e Federico Gaviano, responsabile delle attività internazionali.

Le idee dietro il concepimento: “essere di Cagliari per restare”
Sfogliando a ritroso il diario di bordo dell'Associazione, si rendono degne di menzione le prime pagine, quelle che raccontano i principi che hanno animato l'arruolamento dell'equipaggio della TDM 2000.

In principio è stata la passione per i viaggi e la curiosità verso le altre culture a far muovere i primi passi di Gianluca (Luca) Frongia, verso il mondo dell'associazionismo.

Una volta 'assaggiata la mela', Luca e i suoi futuri colleghi, come Angelica Perra (presidente TDM 2000 International), hanno letteralmente sentito “la necessità di costruire qualcosa di incredibile” ha commentato sorridendo Frongia, sottolineando che un caposaldo di TDM 2000 sarebbe stato (ed è tutt'oggi) il suo carattere 'ichnusico': “l'identità forte della sua città [Cagliari] e della sua regione”. In contrapposizione con la normale organizzazione delle associazioni internazionali, che di norma diramano i propri capitoli in diversi paesi partendo dalla sede centrale all'estero, TDM 2000 sviluppa un 'network' che partendo dall'Isola, proponendosi come ambasciatrice del Territorio.
Effettivamente, sentire pronunciare queste parole, nella sede di 'TDM 2000 International' in via Roma a Cagliari, rende concretamente l'idea del loro lavoro.

Quanto è conosciuta TDM 2000?
Operativo ormai da 15 anni, il gruppo della “Terra Di Mezzo” gode di una discreta notorietà da parte della popolazione giovanile di età compresa tra i 18 e i 30 anni, appartenenti principalmente all'ambito universitario. Fino al 2006 TDM 2000 aveva un ufficio nella facoltà di Scienze Politiche di Cagliari.
L'Associazione ha sempre potuto contare anche su una buona copertura mediatica, da parte sia dei quotidiani regionali, sia dei siti di informazione istituzionali che da sempre seguono i progetti e le numerose attività portate avanti dall'associazione.

 Identificato il 'target' di riferimento dell'Associazione, il pensiero del lettore volerà forse verso i giovani non accademici: come si comporta TDM 2000 nei confronti di tutti quei ragazzi estranei al bacino universitario; l'Associazione, realizza iniziative di formazione dedicate anche ai ragazzi così detti “disorientati”?
Federico Gaviano ha risposto ai nostri quesiti: “uno dei progetti, specifici per questa dimensione, è il 'Progetto impiegabilità'”.
L'obiettivo di questa iniziativa è quello di fornire degli strumenti concreti, utili a favorire la competitività anche dei ragazzi che hanno abbandonato gli studi, in modo da ottimizzare le loro possibilità di ottenere il posto di lavoro per il quale scelgono di presentarsi.
Formazione orientata alla preparazione di una selezione, simulazione di colloqui di lavoro, imparare a redigere un CV, sono le principali attività formative mirate a massimizzare la riuscita di un colloquio di lavoro e le 'chances' di impiegabilità.
Un altro progetto di inclusione giovanile, atto a coinvolgere ragazzi appartenenti a dimensioni più distanti dai poli centrali di formazione e impiego, è 'Youth on Board'. Progetto tutto Isolano che capillarizza l'intero Territorio raggiungendo con corsi di formazione e opportunità di soggiorni all'estero, le diverse micro realtà sarde, spesso soggette alla periferizzazione dei ragazzi.
I frutti di questa iniziativa sono maturati rapidamente: sono fiorite nuove associazioni che a loro volta hanno sviluppato altri programmi di formazione mirati all'inclusione sociale e il confronto internazionale, scalzando lo stereotipo che cittadinanza attiva ed esperienze all'estero siano appannaggio esclusivo dei “ragazzi di città”.