I sapori unici della tradizione sono accompagnati da secoli a un filo indissolubile.
La combinazione cibo-vino rappresenta la firma identitaria di chi la lavora, rispecchia la terra che li produce e il clima in cui nascono.
La valorizzazione dell'enogastronomia nasce proprio dalla voglia di riscoprire quel pezzetto di storia che c'è dietro un calice di vino. Lo sviluppo locale è la chiave di valorizzazione inserita nel binomio tipicità-qualità, in cui l'omologazione di massa e la produzione in larga scala sono residuali, le piccole produzioni, spesso familiari, si inseriscono come portatrici di varietà, qualità e genuinità.
L'entroterra sardo è dominato da un verde fitto, tra le viti è difficile scorgere un lembo di terra abbandonato a se stesso. Sembra quasi di tornare indietro nel tempo e di immergersi in un panorama bucolico pastorale.
I baluardi passati affondano le radici su una storia secolare, la più antica del Mediterraneo. Recenti studi hanno dimostrato come il Cannonau sia tra i primi vini del bacino, nato nell'era Nuragica e seguito da un altro vino simbolo dell'isola, la Vernaccia, diffuso nell'età Romana. Si pensa che le viti dei due vini sardi per eccellenza abbiano origine autoctona, per questo rimangono unici e inimitabili.
Le vigne sono parte di quella tradizione, in cui le famiglie tramandavano alle generazioni strumenti e saperi del vino. Con la nascita delle cantine sociali negli anni '50 nei piccoli paesi rurali le dinamiche cambiarono, centinaia di enologi si riunirono al loro interno, con una produzione e consumo non più familiare.
La capacità di valorizzare i prodotti del territorio è connessa allo sviluppo sociale, economico e turistico locale. In questo contesto giocano un ruolo fondamentale le “Strade del vino”, dei veri e propri itinerari enogastronomici che coinvolgono il consumatore a 360gradi in un percorso organizzato e informato. Un esperienza sensoriale atta a conoscere la natura, le proprietà, l'identità dell'arte culinaria.
Quello che da molti studiosi viene chiamato fenomeno di ristrutturazione sociale è la riscoperta dei gusti antichi, visti in una nuova prospettiva, svecchiati e inseriti vivaci negli animi di chi li accoglie.
“Foodies” è il termine affermato nel lessico turistico e utilizzato per indicare i visitatori sensibili al patrimonio enogastronomico locale, coloro che cercano nel viaggio qualcosa di più dei cibi locali, un sapore unico e autentico da portarsi a casa.
Gli elementi di sviluppo e valorizzazione si inseriscono all'interno di un sistema strutturato in fiere, sagre, giornate culturali e ricorrenze religiose, in cui l'offerta standard viene rivoluzionata.
Le tradizioni vengono enfatizzate e dotate di nuova vita, elogiate nella loro eccellenza. Sono strumenti di immagine e comunicazione, i consumatori finali sono i fattori decisionali, condotti nei luoghi di produzione e coinvolti in esperienze sensoriali.
L'agenzia Laore organizza periodicamente giornate itineranti immerse nei quartieri di Cagliari, dove il visitatore ha l'opportunità di degustare i prodotti tipici approfondire le sue conoscenze sulle proprietà, le origini, la storia bevendo un calice di buon vino. Senza mai rischiare di cadere in ripetizioni le manifestazioni si focalizzano su sfere definite, con la scoperta di vini sempre diversi e visti in un'ottica alternativa.
Oltre i vini locali, nello scenario commerciale si affacciano vini di nuova generazione, tra cui vini biologici e vegan, cruelty free.
Ci sono istituzioni quali Il Consorzio di Tutela Vini di Sardegna nascono proprio dall'esigenza di controllo, tutela, promozione e consultazione dei vini presenti sul territorio, affinché il prodotto sia tracciabile dalla terra alla bottiglia, protetto nell'uso e nella denominazione, conoscibile e apprezzabile.
Altri consorzi, con i medesimi interessi e fini, collaborano in un ambiente più circoscritto, tra questi "Consorzio di Tutela Vini di Cagliari" e il "Consorzio di Tutela Vino Carignano del Sulcis". La sinergia tra i diversi agenti è il requisito per garantire la qualità del binomio cibo-vino.