VENERDÌ, 05 MARZO 2010
Pagina 1 - Cagliari
E gli ambientalisti presentano un esposto alla Capitaneria di porto
Minoranza e maggioranza contro il progetto «Dobbiamo difendere le nostre ricchezze»
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Il primo atto formale di opposizione al mega impianto eolico nel Golfo degli Angeli, è stato presentato al compartimento marittimo di Cagliari dalle associazioni ecologiste Gruppo d’intervento giuridico e Amici della terra. Il coro di «no» alla centrale è unanime.
Il rilascio della concessione demaniale marittina cinquantennale per la centrale è stato richiesto alla Capitaneria di porto della società Trevi Energy Spa. Ma contro il maxi impianto c’è stata una levata di scudi unanime anche in consiglio comunale. In due ordini del giorno, uno della minoranza e l’altro della maggioranza, si dice «no» all’impianto e si chiede al primo cittadino di intervenire verso la Capitaneria per bloccare il rilascio della concessione.
La centrale prevede 33 torri eoliche alte 90 metri sopra il pelo dell’acqua, con una potenza massima complessiva di 99 megawatt, estese su una superficie stimata intorno ai 10 milioni di metri quadri davanti alle coste dei comuni di Cagliari, Capoterra, Sarroch e Pula. In pratica, denunciano le due associazioni ecologiste, «l’intero primo tratto occidentale del Golfo di Cagliari sarebbe destinato a una vera e propria servitù eolica» con «l’interdizione di qualsiasi pubblico uso del mare, della pesca e della navigazione da diporto per lungo tempo». Il tutto con «difficoltà per il traffico marittimo commerciale, con effetti negativi per la collettività, nonchè sensibili interferenze con i flussi dell’avifauna migratrice». Gli ambientalisti, ricordando che tutti i progetti di centrali eoliche off shore (lontani dalla costa) recentemente presentati («ben sei, dal Sinis al Golfo di Oristano, dal Golfo degli Angeli al Golfo di Palmas»), «appaiono fuori da qualsiasi ipotesi della pianificazione regionale in materia, più dettati da esigenze speculative che da effettive necessità».
«Noi di An - spiega Alessandro Serra, capo gruppo in Comune - presentammo già in ottobre un’interrogazione. Mentre recentemente, come maggioranza, abbiamo fatto un documento fortemente contrario. Pur essendo in linea di principio favorevoli alle energie alternative, non possiamo esserlo verso questi impianti, che rappresentano uno sfregio verso il paesaggio». Disco rosso anche da parte di Giorgio Adamo (Forza Italia, assessore al Decentramento): «Io sono talmente contrario che se fossi stato in politica al tempo della realizzazione della Saras, mi sarei opposto perchè ha radicalmente modificato il paesaggio di tutta quell’area. Figurasi, quindi, se posso essere d’accordo per un impianto che trasfigurerebbe del tutto quello del porto di Cagliari». Per Alessio Mereu (Riformatori, presidente della commissione Lavori pubblici) «non possiamo rovinare quelle poche bellezze che ci sono rimaste: il danno al paesaggio di un impianto simile sarebbe troppo grande».
Alcuni hanno sollevato giustificazioni economico-energetiche. «Questo tipo di discorsi - sottolinea Salvatore Mereu, Forza Italia e responsabile della commissione alle Finanze - le lascio agli esperti. Posso però dire che dal punto di vista ambientale sono assolutamente contrario: si modificherebbe del tutto il profilo della Città del sole». Inoltre, per «quanto ci sia necessità di energia alternativa - precisa Massimiliano Tavolacci, Udc, presidente della commissione all’Urbanistica - grande importanza deve essere dato al paesaggio e alle coste. Ed è per questo che siamo tutti concordi nel dire “no”: non possiamo giocarcele con queste cose». Pollice verso anche da parte di Ettore Businco (Udc): «L’eolico è basato su un equivoco: l’essere del tutto “pulito”. Mentre non è così: per realizzarlo, come per i filobus, occorre una quantità enorme di ferro e acciaio, pure loro inquinanti». Inoltre in tutto questo progetto, «quali ricadute ci sarebbero per il popolo sardo in termini di occupazione e di ricchezze? - si domanda Maurizio Porcelli, Forza Italia, presidente della commissione alla Cultura - penso che questo tipo di impianti possano essere realizzati in qualche altro posto e non certo qui, da noi».