SABATO, 21 GIUGNO 2008
Pagina 1 - Cagliari
In quattro anni quasi cinquecento i casi di illegalità
Un’indagine della Corte dei conti bacchetta il Comune
ROBERTO PARACCHINI
________________________________________
CAGLIARI. In città gli alloggi occupati abusivamente sono 392, in Sardegna 771. E questo significa che con un decimo degli abitanti dell’isola (161mila su un milione e seicentomila) Cagliari ha oltre la metà degli inquilini abusivi. Un fatto da sempre considerato spia di «grave sofferenza abitativa».
I dati sono contenuti nella relazione della Corte dei conti «Indagine sul tema edilizia residenziale pubblica» recentemente consegnata al consiglio comunale. La magistratura contabile si è interessata a questo problema perché la casa è un «bene primario» e come tale va monitorato anche in termini contabili: l’obbiettivo è cercare di eliminare le disfunzioni che ne danneggiano gli aventi diritto.
Da segnalare, però, che Cagliari ha un patrimonio di alloggi pubblici, in proporzione, più alto delle altre città sarde, ma inferiore al valore assoluto complessivo. Nel settore degli alloggi ex Iacp (oggi Area) la sproporzione delle occupazioni abusive è ugualmente molto alta. Nel distretto di Cagliari-Carbonia vi sono 11.366 alloggi di questo istituto, nel resto dell’isola 13.560. Bene: nel primo distretto vi sono 170 occupazioni abusive, quasi tutte in città, altrove 75.
Negli alloggi di proprietà cumunale questo tipo di possesso illegale delle case pubbliche non diminuisce, anzi tende ad aumentare: 74 nel 2004, 96 nel 2006, 111 nel 2006 e altrettanti nel 2007. Mentre negli appartamenti di Area si va dagli 80 del 2005 ai 19 del 2007. Un dato che fa riflettere. Nella relazione della Corte dei conti si rileva che in nessuno dei 392 casi di insediamento non di diritto in una casa comunale c’è stato l’intervento delle forze dell’ordine entro le 24 ore dall’occupazione. Periodo che permetterebbe di agire subito in quanto configura una «flagranza di reato». In non agire immediatamente, in pratica, significa lasciare le cose come stanno. Tra le altre cose nel documento viene precisato che le giustificazioni dell’amministrazione legate alla carenza di organico nel corpo vigili urbani, non sono sufficienti. Infatti oltre alla polizia urbana potrebbero intervenire - entro le 24 ore - anche altre forze di pubblica sicurezza. Oltre al fatto che sono scelte politiche decidere di utilizare i vigili urbani per far spostare, ad esempio, l’auto che si trova con una ruota sul marciapiede e non per una occupazione abusiva.
Nello stesso tempo viene rilevato che è di dominio pubblico l’esistenza di chi (un’organizzazione o più organizzazioni) monitorizza quartiere per quartiere, se non palazzo per palazzo, per sapere qaundo l’alloggio diventa vuoto: per poi cederlo, dietro pagamento, a un occupante abusivo. Un fatto che dimostra, indirettamente anche la lentezza burocratica amministrativa del Comune nella pianificazione e assegnazione delle case. Ma non tutti sono d’accordo. «Penso che siano singole persone che lavorano col passa parola - precisa Maria Depau, consigliera comunale del Pd, da sempre impegnata nel problema della casa - e che stanno sempre attenti a questo tipo di intervento. Che poi in alcune parti della città ci sia stato e ci sia chi si fa pagare per questo, è possibile».
Tra i tanti punti esaminati nella corposa (di 150 pagine) relazione della Corte dei conti c’è la questione della sanatoria degli occupanti abusivi che dal 2004 al 2007 vede 255 persone abusive diventare regolari. Secondo la magistratura contabile non si tratta del modo migliore per spingere a non occupare. «Di certo questi dati - spiega Ninni Depau, capo gruppo del Pd in consiglio comunale - sono allarmanti e ripropongono con forza la necessità di politiche per la casa. Occorre un programma in grado di intervenire adeguatamente anche nella costruzione di alloggi di edilizia pubblica». Secondo Marisa Depau «il sindaco aveva avviato un discorso corretto e parlato dei piani di zona e del riuso del patrimono pubblico esistente. Ma ogni volta il primo cittadino si è trovato di fronte alle divergenze interne alla sua maggioranze. E così il Comune non riesce a utilizzare nemmeno i sette milioni di euro disponibili per questo tipo di interventi».