Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una piccola marea gialla in città

Fonte: L'Unione Sarda
2 marzo 2010

Nato in Francia come sciopero degli immigrati, “24 ore senza di noi” arriva in Italia

Circa 300 persone in piazza del Carmine contro il razzismo

Manifestazioni anche nelle scuole: in piazza del Carmine gli immigrati hanno raccontato le loro esperienze lontano dal proprio paese.
La marea gialla ha varcato le Alpi solo in parte: in Francia “La journée sans immigrés: 24h sans nou” si è trasformata in un vero e proprio sciopero degli immigrati. In Sardegna, la marea gialla (il colore simbolo dell'iniziativa) deve ancora ingrossarsi: saranno state 300 le persone che ieri si sono ritrovate in piazza del Carmine per celebrare “Uguali nella diversità”, il 1° marzo in salsa italiana. Normale che sia così: l'iniziativa francese vanta una certa anzianità, in Italia è una neonata.
LE INIZIATIVE E, comunque, le persone coinvolte nella giornata anti razzista non sono soltanto quelle che hanno partecipato alla manifestazione di piazza del Carmine: molte scuole hanno dato la propria adesione, impegnandosi a parlare, da qui al 10 marzo, delle tematiche legate all'immigrazione.
L'INCONTRO Anche i bambini sono stati coinvolti: a precedere l'incontro di piazza del Carmine, i giochi con i gomitoli di lana hanno impegnato giovanissimi di ogni razza. Il prologo agli interventi che si sono susseguiti nel palchetto al centro della piazza. Una piazza multicolore dove tutti ha portato il suo contributo: il presidente della Circoscrizione 1 Gianfranco Carboni girava con una foto del '55 che ritrae il padre, minatore a Marcianelle. Un modo per testimoniare che anche gli italiani sono stati immigrati. Non l'unico politico presente: c'erano anche i consiglieri regionali Massimo Zedda e Chicco Porcu.
LE TESTIMONIANZE Ma a calamitare l'attenzione gli interventi di chi si occupa di immigrazione. Marco Murgia, coordinatore dell'evento cagliaritano, ha spiegato le motivazioni. «Solo a Cagliari, gli immigrati sono 5.000: sono una realtà di cui non si può non tenere conto». E il senegalese Papa Benar, impegnato a distribuire bissap (bevanda senegalese a base di karkadè), ha aggiunto: «Sono un ambulante: per avere la licenza pago le tasse come gli italiani. La conoscenza può aiutare a superare le barriere». Un problema affrontato dal Co.Sa.S. (Comitato sardo solidarietà). «Quindici anni fa», ha raccontato la vice presidente Mirella Congiu, «abbiamo iniziato a dare lezioni di italiano agli immigrati: erano una decina, ora sono un centinaio. E ci sono persone che provengono da tante nazioni, addirittura dal Kirghizistan». O dall'India, come Jasvir Kaur Bhela, colf e mediatrice culturale. «Io, personalmente, sto bene. Ma soffro a vedere tanti immigrati sfruttati». Eppure, anche oggi, tanti italiani lavorano all'estero. «Come il mio ex marito, italiano», ha raccontato Clara De Sousa, «che lavora in Brasile».
MARCELLO COCCO

02/03/2010