DOMENICA, 28 FEBBRAIO 2010
Pagina 1 - Cagliari
Gli archeologi di Legambiente denunciano ritrovamenti anche a Sant’Avendrace e in via Is Maglias
«In decenni costruiti sulle tombe strade e palazzi»
«Occorre modificare l’accordo di programma del 2000 superato dal Codice Urbani»
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Il capoluogo dell’isola è la città dell’archeologia violata, tanto che se «potesse gridare per il dolore, a Cagliari tutti dovrebbero tenere le orecchie tappate», lo ha affermato ieri l’archeologo Alfonso Stiglitz durante il convegno promosso da Legambiente sul compendio Tuvixeddu-Tuvumannu. Infatti l’area della necropoli «è molto più estesa di quella sottoposta a vincolo».
Stiglitz ha ricostruito la storia dell’area punica che, ha ribadito, è oggi «sottoposta a vincolo solo in minima parte». Seppure a macchia di leopardo, tombe sono state rinvenute in diverse parti dell’area, anche se poi coperte e nascoste da strade, palazzi e parcheggi. E questo è avvenuto in via Is Maglias (presso la facoltà di Ingegneria), in viale Sant’Avendrace (che è un’area ricchissima), sino a viale Buoncammino (salendo da piazza D’Armi, sulla destra). «L’ingresso della necropoli punico romana più grande del Mediterraneo di Tuvixeddu - ha spiegato Stiglitz - viene indicato nel villino “Serra”, ora chiuso da un palazzo in via Sant’Avendrace». Inoltre la stessa area riconosciuta dal vincolo archeologico, che insiste sul colle di Tuvixeddu, rischia tra poco, ha continuato Stiglitz, «di diventare un cortile condominiale». Attenzione, poi, alla casa dello studente di via Trentino, «sotto il parcheggio c’è un’alta possibilità di presenza di altre tombe puniche».
In altre parti d’Italia, ha spiegato Vincenzo Tiana, responsabile regionale di Legambiente, durante l’apertura del simposio (promosso assieme alla Provincia) le Regioni sono intervenute per la costituzione di un parco, acquisendo anche lottizzazioni varie, come avvenuto per la Valle dei Templi ad Agrigento o per quello di via Appia antica. Da qui la richiesta di Legambiente di «un grande parco archeologico naturalistico regionale per Tuvixeddu, che dia continuità ai diversi siti e che comprenda tutte le aree non ancora edificate». Da realizzarsi anche con la collaborazione finanziaria del ministero alla Cultura.
Il vincolo paesaggistico posto sul colle di Tuvixeddu, ha spiegato Tiana, risale al 1997, da questo deriva l’autorizzazione paesaggistica del 1999. Ma da allora ad oggi, è stato precisato sia da Tiana che da Stiglitz (responsabile scientifico archeologico di Legambiente), sono capitate tante altre cose. Inoltre sono state rinvenute nuove tombe in vico secondo Sant’Avendrace, in via Falsarego e via Montello, e anche presso la facoltà di Ingegneria. Mentre il vincolo archeologico diretto e indiretto, che risale al 1996, ha continuato Tiana, è rimasto immutato. Nello stesso tempo, però, c’è stato il Codice Urbani che ha riconosciuto il valore del paesaggio. E anche per questo Legambiente nazionale ha mandato una lettera al ministro Sando Bondi.
La necessità dell’acquisizione del compendio dai privati è stato sottolineato, oltre che da Luciano Uras (La Sinistra) e da Chicco Porcu (Pd), dal presidente della provincia Graziano Milia. Quest’ultimo ha ricordato che si era espresso in tal senso sin dal 2005, precisando che nella storia di Cagliari, da Santa Gilla a Casa Tigellio sino a Tuvixeddu, è mancata la capacità di «pensare la città». Attilio Mastino, rettore dell’università di Sassari e professore di Storia romana, ha dato la disponibilità del suo Ateneo per ulteriori approfondimenti sull’argomento. Enrico Corti (docente di ingegneria, professionista che ha redatto l’attuale piano urbanistico di Cagliari) ha richiamato l’ultima sentenza del Consiglio di Stato (che per le prossime autorizzazione paesaggistica pone la necessità di una dettagliata motivazione - ndr) come indice di una visione del paesaggio come evento dinamico ed evolutivo. Mentre l’archeolgoga Maria Antonietta Mongiu (già assessore regionale alla Cultura) ha ripercorso il lavoro della scorsa legislatura.