Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Basta fango, qua c'è tanta gente onesta»

Fonte: L'Unione Sarda
26 febbraio 2010

Il quartiere 



Quando di primo mattino hanno visto un elicottero della polizia volare basso sopra i palazzi di via Seruci, la folla di casalinghe e commercianti che ogni giorno riempie il mercato di via Quirra non ci ha fatto troppo caso.
La notizia del blitz antidroga e degli arresti si era già diffusa da qualche ora tra le bancarelle di via Is Mirrionis, comprese le prime indiscrezioni sui nomi dei boss finiti in manette. «Nessuno sapeva - ammette Stefania Orrù, casalinga cinquantenne tornata al mercato per fare la spesa - che erano coinvolti anche dei poliziotti. Ma volete la verità? Non mi sono stupita più di tanto. Nel quartiere di voci ne circolavano tante e, a quanto pare, alcune non erano inventate». Da una parte Is Mirrionis e San Michele, dall'altra Sant'Elia. Sono i quartieri dove si registrano il maggior numero di arresti per droga, ma sono anche quelli dove il disagio si riesce a toccare con mano.
I CONFIDENTI Davanti ad un'altra bancarella che vende abbigliamento da donna c'è una ragazzina minuta, in compagnia di due amiche. Tutte e tre sono super griffate e conoscono molti degli arrestati. «C'è anche l'ex di una nostra amica - racconta la giovane - era già stato preso due anni fa durante l'operazione Biancaneve. È tutta colpa dei confidenti se è nuovamente finito nei guai, anche perché aveva cambiato vita e non frequentava più il giro». Non ci sono solo i palazzoni di Sant'Elia o quelli di via Seruci, dove la droga si vende nei pianerottoli e le strade sono sorvegliati da una fitta rete di vedette. Alle spalle di via Abruzzi, piazza Medaglia Miracolosa, via Catelli e via Podgora: ovunque da queste parti è possibile trovare qualcuno che ti venda un po' di erba o di hashish, ma anche eroina o cocaina.
«Non è giusto criminalizzare un quartiere - dice Ermanno Cardia, 73 anni, residente in via Ogliastra - la maggioranza è fatta da gente onesta e, se andate a guardare, negli ultimi anni gli arrestati hanno sempre gli stessi nomi». Dopo il blitz della Squadra mobile scattato all'alba di martedì e le ventisette ordinanze di custodia cautelare, tre delle quali a carico di poliziotti, tra San Michele e Is Mirrionis c'è chi ha paura che tornino le etichette.
LA CIRCOSCRIZIONE «Il quartiere non vuole questa brutta nomea - dice Simone Crisponi, trentacinquenne presidente della circoscrizione - che ci vede sempre legati alla droga. Gli arresti sono sacrosanti, ma è altro fango che ci cade addosso. Ma Is Mirrionis è pieno di gente onesta che non ne può più di essere etichettata per colpa di qualche mela marcia. Servono lavoro e opportunità per i giovani: se l'avessero non si dedicherebbero allo spaccio. Ma serve anche uno slancio di legalità: chi vede movimenti strani non deve girarsi dall'altra parte, ma informare le forze dell'ordine, anche in forma anonima».
FRANCESCO PINNA

26/02/2010