Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Via i senegalesi dal mio stabilimento»

Fonte: L'Unione Sarda
20 giugno 2008

Poetto. La guerra del gestore del “Punto verde” contro i venditori ambulanti di colore
Pitzalis: razzista io? Difendo solo la tranquillità dei bagnanti
Ma molti clienti, indignati per alcuni episodi che definiscono di intolleranza hanno deciso di non tornare nello stabilimento balneare.
«Nel nostro stabilimento i vucumprà non devono entrare a vendere, il regolamento della spiaggia parla chiaro: è vietato il commercio itinerante e i nostri clienti devono poter stare tranquilli».
Capelli lunghi brizzolati, pelle abbronzata, per Dino Pitzalis, 59 anni, gestore con la famiglia dello stabilimento balenare “Punto Verde”, il lavoro è iniziato già da qualche settimana, mentre la sua personalissima guerra contro i venditori ambulanti va avanti ormai da quattordici anni.
Da tanto, infatti, distribuisce lettini e ombrelloni nei pressi del vecchio Ospedale Marino, gestendo circa mille metri quadrati di spiaggia ricevuti in concessione dal demanio regionale. «Le regole non le sto inventando io», racconta a pochi giorni dopo una scazzottata che ha coinvolto un suo bagnino e alcuni ambulante senegalese, «ma sono stabilite dalle leggi e dalla Regione: solo che bisogna farle rispettare. E io lo faccio!».
Difficile capire bene come siano andati i fatti domenica pomeriggio, visto che le varie ricostruzioni non combaciano con quanto accertato dagli agenti della polizia intervenuti. Secondo una ventina di testimoni, piuttosto indignati, è stato il bagnino ad aggredire i senegalesi, secondo i gestori è avvenuto l'esatto contrario. «La domenica abbiamo contato 950 passaggi di vucumprà», lamenta Pitzalis. «La maggior parte dei rivenditori passa dritto perché sa che qui non deve fermarsi, ma c'è chi lo fa ugualmente insistendo e disturbando i clienti. Vogliono entrare all'interno dello stabilimento, solo perché in altri viene loro consentito».
Discorsi che evidenziano intolleranza e razzismo, tanto che qualche cliente ha deciso di non tornare più nello stabilimento. Lui nega. «Macché razzismo, faccio solo rispettare la legge che vieta il commercio in spiaggia in forma fissa o itinerante. Se lo facesse un italiano non cambierebbe nulla». Certo è che nessun altro gestore si è mai lamentato e non risultano risse altrove. «La verità che nessuno vuole dire è che si sta diffondendo un enorme malumore tra i bagnanti per l'eccessivo numero di ambulanti abusivi che disturba la serenità di chi desidera trascorrere qualche ora al mare. Nonostante i nostri ripetuti inviti a tirare dritto» conclude Pitzalis, «spesso gli ambulanti vengono a gruppi e cercano di provocare. Non vogliamo farci giustizia da soli, ma non ci sentiamo tutelati dalle forze dell'ordine. Siccome molto spesso queste persone vendono merce contraffatta, chiediamo che la polizia e i carabinieri ci consentano di lavorare, ristabilendo la legalità».
FRANCESCO PINNA

20/06/2008