Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ex servitù militari, delusi i palazzinari: «Niente cemento»

Fonte: La Nuova Sardegna
19 febbraio 2010

VENERDÌ, 19 FEBBRAIO 2010

Pagina 1 - Cagliari





Spazi da sfruttare soltanto per sport, turismo diffuso e manifestazioni culturali

CAGLIARI. C’è chi si venderebbe l’anima pur di costrurci sopra: sono i beni militari dismessi. Da Calamosca a Monte Urpinu, da viale Merello a San Bartolomeo: è il meglio che la città, a secco di aree edificabli, oggi offre. Di ex servitù in Consiglio comunale è difficile parlarne. Succede quando qualcosa fa gola a molti, a troppi. Scattano i veti, si scatenano i gruppi di potere e addio al dibattito.
Due settimane fa, solo per inserire l’argomento all’ordine del giorno, il presidente della commissione cultura, Maurizio Porcelli, foto in alto, ha dovuto raccogliere addirittura le firme in aula. Altrimenti sarebbe stato il silenzio. È ancora un terreno minato, quello degli ex beni militari, e il consigliere comunale del Pdl, con la sua iniziativa, pare abbia indispettito anche buona parte del suo partito.
- Perché?
«Esclusi alcuni siti intoccabili, cito il faro di Sant’Elia, in questa lista ci sono aree strategiche e bellissime per lo sviluppo della città. Attenzione, uno sviluppo dentro la città, si badi bene, non in periferia. Sono siti eccezionali».
- Che ai padroni del mattone piacciono eccome.
«Non so chi ci abbia messo gli occhi sopra. Non m’interessa. Dico soltanto che a Calamosca, a San Bartolomeo o in viale Merello è davvero impensabile una colata di cemento. Va solo utilizzato e bene l’esistente».
- Rigurgito ambientalista?
«No. Mi rifaccio solo al piano strategico approvato l’anno scorso dal Consiglio: lì c’è scritto che in quelle aree non c’è posto per altro cemento».
- Allora, perché nessuno vuole parlare degli ex beni militari?
«Forse la giunta non era ancora pronta ad affrontare l’argomento, ma so che dopo il dibattito, negli uffici è arrivato l’ordine di accelerare i tempi per avere delle proposte da presentare alla Regione, che adesso ha i siti in carico e ci ha sollecitato a un confronto sulla loro destinazione».
- Non è quindi scontato che finiscano al Comune?
«Assolutamente. Senza progetti sull’utilizzo di questo o quell’immobile, non si va da nessuna parte. Anzi, c’è il rischio di essere sorpassati dai privati. So che per alcuni siti ci sarebbero già richieste».
- La commissione cultura li ha visitati tutti e ventidue: qual è lo stato?
«Il cinquanta per cento, penso agli ex alloggi, a Calamosca, sono utilizzabili subito. Stesso discorso vale per l’ex deposito dell’Aeronautica in via Is Guadazzonis».
- Per farci?
«Cultura, sport e turismo diffuso, questo è emerso in commissione. Faccio degli esempi: negli hangar di Monte Urpinu potrebbe essere realizzato uno splendido centro sportivo, a Calamosca il museo militare, nell’ex area sanitaria, dietro viale Merello, un anfiteatro e così via».
- Scusi, ingenuo o romantico?
«Realista. Altri pensieri non m’interessano. So quello che la città vuole: non certo palazzi e nemmeno presunte Beverly Hills».
- Come finirà?
«Che con la Regione dobbiamo fare in fretta. Altrimenti ci prendono tutto: la Regione stessa e i privati».
- Il sindaco che dice?
«In aula, mi ha risposto che dopo il primo vertice, costituirà subito la commissione tecnico-politica sugli ex beni militari. Perfetto, è da lì che dobbiamo cominciare».
- Senza parlare di cemento?
«Io di certo non ne parlerò». (ua)