Dal 15 marzo al 15 giugno il laboratorio per attori dello Stabile
«I ritorni sono ogni forma di Odissea. Sono quelli alla propria terra, alla propria origine, al proprio centro personale. E in questo caso richiamano un viaggio interrogativo sul nostro perché fare teatro». Sta in queste parole - rese dal registra Guido De Monticelli - il significato de “I Ritorni. Viaggi di formazione”, un ciclo di laboratori per giovani attori promosso a Cagliari al Teatro Massimo dal Teatro Stabile della Sardegna dal 15 marzo al 15 giugno.
Attraverso questa “primavera creativa” il Teatro Stabile cerca di puntare ad una nuova pedagogia del teatro e rinnovarsi attraverso un confronto con le nuove generazioni. Gli attori saranno guidati da artisti rappresentativi del teatro italiano (e non solo), da un maestro come Franco Graziosi, protagonista degli spettacoli di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro, Kevin Crawford, uno dei maggiori specialisti di tecnica vocale, la regista Veronica Cruciani insieme al drammaturgo-sociologo Mimmo Sorrentino, e ancora Anna Zapparoli, Mario Borciani e lo stesso De Monticelli. «Il filo che lega i vari insegnamenti», spiega il regista, «è il tema della parola, intesa come poesia, ritmo, corpo, con uno sviluppo della vocalità di ciascuno».
I corsi si concluderanno poi con la presentazione al pubblico di tre studi. I 20 partecipanti saranno selezionati tra attori di età tra i 20 e i 35 anni, che abbiano frequentato già corsi teatrali o altri percorsi formativi, o abbiano preso parte ad attività professionale nel campo del teatro o della danza. Bisogna inviare la domanda entro il 23 febbraio all'indirizzo email segreteria@teatrostabiledellasardegna.it con un curriculum vitae completo, una foto recente e una dichiarazione relativa alle proprie caratteristiche, competenze, attitudini e motivazioni. Da segnalare che ai corsi parteciperanno anche gli attori della compagnia, segno di una volontà di confrontarsi, e non solo: «In anni di teatro ho imparato che l'autoformazione è fondamentale, è un esercizio quotidiano», spiega De Monticelli, «altrimenti l'attore diventa solo un facitore di cose già acquisite».
ANDREA TRAMONTE
18/02/2010