MERCOLEDÌ, 17 FEBBRAIO 2010
Pagina 2 - Cagliari
Sostegno a scuola ai bimbi extracomunitari
CAGLIARI. Un gruppo di maestre di una scuola pubblica trascorre il sabato mattina coi bambini extracomunitari della prima elementare per aiutarli a imparare a leggere. Bravissimi in tutte le materie, riescono meno bene nella lettura per l’ovvia ragione che, a casa, sentono parlare una lingua diversa e i loro familiari quasi mai sono in grado di correggerli come un genitore italiano. E’ ovvio, le maestre non ne fanno un problema ma, decise a sostenere i bambini, dedicano loro un po’ di tempo e i risultati non tarderanno ad arrivare. Lo fanno già da alcuni anni e i bambini hanno tutti recuperato nel giro di poche lezioni aggiuntive. Un’altra azione positiva verso gli immigrati extracomunitari è il camper che gira nelle piazze dove si ritrovano i venditori ambulanti stranieri e li sostiene in vario modo: c’è chi ha bisogno di un’informazione, chi non sa come organizzare una visita medica e via elencando le mille necessità di uno straniero che sono poi le stesse di qualunque cittadino.
Ancora: il sistema sanitario. L’ambulatorio allestito dalla Azienda sanitaria 8 affronta una quantità di problematiche mediche e riesce a rispondere alla richiesta di salute che arriva da persone che, si scopre, non arrivano da contrade selvagge ma da città grandi e complesse dove esiste una politica di vaccinazione di massa e si conoscono le regole base dell’igiene. Mai come nel grande tema dell’immigrazione si assiste a una divaricazione enorme tra ciò che succede nella prima frontiera dell’accoglienza e la quotidianità della vita normale. La comunità cagliaritana non vive con senso di estraneità la presenza degli immigrati. Nei gesti quotidiani, alla resa dei conti, si dimostra pronta a operare per favorire l’integrazione degli stranieri. La scuola è senz’altro il luogo primo dell’accoglienza e dell’integrazione. Attraverso i bambini avviene l’incontro fra famiglie e il corpo insegnante è capace di promuovere opportunità di confronto e di dialogo. L’integrazione, insomma, avviene in modo spontaneo e davvero rende impraticabile la strada del pregiudizio.