Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

A Cagliari un Sibelius per virtuosi con Julian Rachlin

Fonte: La Nuova Sardegna
16 febbraio 2010

MARTEDÌ, 16 FEBBRAIO 2010

Pagina 36 - Cultura e Spettacoli



Atmosfere di intenso lirismo nordico per il «Guarnieri 1741» del celebre violinista lituano




GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. È nuovamente tornato al Lirico Julian Rachlin. Al suo fianco Maurizio Benini, già sul podio del Comunale col violoncellista Gautier Capuçon neppure un mese fa. Sul leggio, questa volta, avevamo in apertura il bellissimo «Concerto per violino e orchestra in re minore op.47» di Jean Sibelius, commistione di languida poesia e ostico virtuosismo, che fu composto negli anni 1902-1905 quando l’autore oramai stava giungendo a discreta fama. Canonicamente tripartito, può tuttavia collocarsi sulla soglia di quella nuova fase che, di lì a poco, avrebbe portato Sibelius ad un’evoluzione personalissima del linguaggio tardoromantico.
Vi ritroviamo, di conseguenza, gli aspetti più rappresentativi del suo stile: una orchestrazione sopraffina; il melodismo evocativo che si richiama alle atmosfere nordiche; un piuttosto cupo e tormentato lirismo; il procedere soventemente rapsodico del discorso musicale. Il violino, tra l’altro, era strumento prediletto dal compositore finlandese, che amava spesso portarlo con sé nelle lunghe passeggiate estive, per suonarlo da solo in mezzo alla natura. Ma che vi sia entusiasmo nel suonare il suo “Guarnieri del Gesù” del 1741, non v’è dubbio anche nel caso di Rachlin. Energica, muscolare, impetuosa, la sua esecuzione risulta di una grinta spropositata; magari un po’ troppo scura la sonorità nei primi due movimenti, anche se in linea col malinconico agitarsi degli sviluppi tematici. Siamo a livelli altissimi di destrezza tecnica, eppure qualche impurità d’intonazione la si avverte nel registro più acuto. Pure Benini sceglie un colore complessivo abbastanza fosco, nebuloso e ovattato, tenendo l’orchestra su una timbrica generale quasi soffusa ed evanescente. Fa eccezione il terzo tempo, dove sia il solista che la compagine del Lirico si accendono di più vivide tinte. Insistenti applausi invitano Rachlin a due bis: prima Bach, poi sensazionale e acrobatica la «Ballade» della 3º Sonata di Ysaye.
Venerdì alle 19 e domenica alle 21, verrà eseguita in forma di concerto l’opera «I Shardana» di Ennio Porrino, in occasione del centesimo anniversario della nascita. Sempre di Porrino, pertanto, Benini ha diretto, nella seconda parte del programma, il poema sinfonico «Sardegna». Anche qui, nel titolo come nella scelta dei temi, il compositore rende omaggio alla sua terra, attraverso una pagina che si può rivalutare per la genuinità d’intenti stilistici, con alcuni echi di Mahler, di Richard Strauss, o di Casella e Malipiero, ed in più qualcosa di squisitamente peculiare. In chiusura il programma prevede «El sombrero de tres picos, suite n. 2» di Manuel De Falla, dove Benini ha tirato fuori quella stessa grandezza e varietà sonora che ascoltammo a gennaio in «Shehèrazade».