Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il bullismo giovanile passa per il web, sport come antidoto

Fonte: La Nuova Sardegna
16 febbraio 2010

MARTEDÌ, 16 FEBBRAIO 2010

Pagina 2 - Cagliari






MARIO GIRAU
CAGLIARI.Il bullismo c’è e si vede nella scuola. Nelle province di Cagliari e del Medio Campidano colpisce il 5% degli studenti. Ha il volto e il nome non solo de “su sbertirori”, il picchiatore prepotente, ma anche quello più sofisticato e subdolo del persecutore. Il mobbizzatore studentesco può essere indifferentemente maschio o femmina. Un figuro che, grazie a internet, ha fatto un salto di qualità tuffandosi nel “cyber bullying”, il bullismo elettronico.
Non gli mancano gli strumenti: tra posta elettronica, you tube, face book, blogs, sms, cellulari è un’orgia persecutoria che manda fuori di testa la vittima.
“Contro il bullismo la forza delle idee”. Questo slogan ha accompagnato il progetto “No bulls”, realizzato nel 2009 da 17 scuole superiori di Cagliari e del Medio Campidano, le due Province interessate, il Coni Sardegna e il Centro di cultura psicoanalitica. Ottocento giovani del primo biennio delle superiori intervistati e impegnati in azioni di “contro bull” gestite direttamente dagli studenti. Sistema di prevenzione e contrasto più gettonato lo sport. “La pratica sportiva è determinante nella lotta al bullismo”, ha detto ieri Gianfranco Fara, presidente del Coni Sardegna, durante la cerimonia di premiazione dei migliori progetti scolastici anti bulli.
Provincia di Cagliari.
Solo il 5% degli studenti intervistati è a rischio bullismo (8% in Italia).
“Siamo ancora in tempo - dice Angela Quaquero, assessore delle politiche sociali della Provincia - a prendere in mano il fenomeno e gestire appropriate politiche di contrasto”.
Le forme di mobbing giovanile sono le più varie. Tra le classiche, le prese in giro, si verificano dentro la classe con una percentuale del 36%. L’esclusione dalle compagnie nel mondo scolastico tocca quota 32%, il 35% di offese e insulti avvengono lontano dalla scuola, le minacce 43 volte su cento si realizzano in ambienti diversi dallo studio. Vittime più esposte al bullismo soprattutto le ragazze. Al 21 per cento dei 600 ragazzi intervistati sono state sottratte cose di scarso valore, prevalentemente in classe.
Ancor più preoccupante che l’11% degli studenti abbia subito estorsioni di denaro, soprattutto a scuola (61% delle volte). 21 ragazzi su cento sono stati invece fisicamente aggrediti, il 60% delle volte all’interno del perimetro scolastico.
Ancora poche le vittime del cyber bullying: preso in giro e insultato via internet solamente il 2% degli intervistati, mentre la diffusione di notizie false ha colpito il 4% dei ragazzi. In questo settore del bullismo elettronico sono i maschi le vittime di prevaricazioni e attacchi messi a segno anche col cellulare. Lo stereotipo che vuole il bullo gratificato dall’ammirazione dei coetanei sembra smentito dai fatti: è ammirato solamente dall’1% delle femmine e dal 2% dei maschi. Gli altri sono indifferenti (37% delle femmine e 38 % dei maschi) o reagiscono ai suoi comportamenti oppure godono dei suoi insuccessi.
Medio Campidano.
Tra i consigli utili per reagire al bullismo, i ragazzi del Medio Campidano mettono anche una bella razione di calci nel sedere al prepotente di turno. Le più gettonate forme di aiuto, richieste dagli studenti del biennio, sono di tipo istituzionale: intervento delle autorità scolastica, preside e insegnanti. Come dovrebbe intervenire la scuola nei confronti del fenomeno? Le risposte degli studenti mentre lodano le metodologie del buon tempo antico, suonano come un velato rimprovero per qualche istituto scolastico. I giovani, infatti, suggeriscono un maggior controllo degli insegnanti durante le pause, mezzi di punizione esemplari e una presenza più assidua e attenta da parte del personale non docente.