Gli operatori dei mercati firmano un esposto contro la tassa sui rifiuti speciali
Un esposto alla Procura della Repubblica contro la tassa sullo smaltimento degli scarti di lavorazione del pesce e della carne. Sarà depositato oggi in tribunale dagli operatori dei mercati di San Benedetto, Via Quirra, Sant'Elia, Santa Chiara e Santa Teresa che hanno costituito un comitato.
LA PROTESTA Martedì sera decine di macellai e pescivendoli si sono radunati al Mediterraneo, assistiti dell'avvocato Stefano Murgia: hanno annunciato che si rifiuteranno di pagare la tassa e getteranno i rifiuti nei normali cassonetti dei mercati. «Contestiamo le modalità del ritiro degli scarti - afferma Graziano Tidu, macellaio di via Quirra promotore del comitato - effettuato di mattina col mercato aperto in totale spregio delle norme igieniche». In pratica accade che alle 10,30 gli operatori della ditta EcoTeam o i loro colleghi della EcoService si presentino nei mercati e ritirino gli scarti da ogni box. Ossi, lische, grasso e altri residui. «Il tutto - riprende Tidu - davanti ai clienti che inorridiscono alla vista del sangue o delle teste mozzate degli animali. Senza contare che gli addetti non indossano mascherine né grembiuli (qualcuno si presenta con la maglia dell'Inter) e i resti finiscono dentro comuni buste di plastica anziché in sacchi ermetici». La tassa è stata introdotta nel 2007 con una norma europea del 2002 anti-mucca pazza (finalizzata a bloccare la produzione di farine animali) ma a detta degli operatori sarebbe stata male interpretata. «Gli scarti speciali individuati dall'Ue - sostiene l'avvocato Murgia - sono zoccoli, corna, pelle, piume, setole. Non gli ossi e il grasso che invece il Comune considera speciali obbligando gli operatori a smaltirli a loro spese mediante contratti individuali con EcoService o EcoTeam».
LA TASSA L'entità del balzello dipende dalla quantità di scarti prodotti. Qualche esempio? «Io pago 925 euro all'anno - si lamenta Bruno Medas, macellaio di via Quirra - e non ce la faccio più». Va peggio a Roberto Cois (San Benedetto) «dato che spendo 370 euro al mese». Nel panorama generale ci sarebbe anche chi spende 3 mila euro all'anno e chi paga 40 euro al mese senza produrre scarti. I commercianti versano a parte la Tarsu e dato che i loro rifiuti non sarebbero speciali, si chiedono come mai debbano pagare anche una ditta privata. Il responsabile di EcoTeam - l'imprenditore Sergio Podda - ha presenziato alla riunione limitandosi a dire che la sua società opera nel rispetto delle leggi vigenti. (p.l.)
11/02/2010