Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Scarti di lavorazione, i macellai vanno in Procura

Fonte: L'Unione Sarda
11 febbraio 2010

Gli operatori dei mercati firmano un esposto contro la tassa sui rifiuti speciali



Un esposto alla Procura della Repubblica contro la tassa sullo smaltimento degli scarti di lavorazione del pesce e della carne. Sarà depositato oggi in tribunale dagli operatori dei mercati di San Benedetto, Via Quirra, Sant'Elia, Santa Chiara e Santa Teresa che hanno costituito un comitato.
LA PROTESTA Martedì sera decine di macellai e pescivendoli si sono radunati al Mediterraneo, assistiti dell'avvocato Stefano Murgia: hanno annunciato che si rifiuteranno di pagare la tassa e getteranno i rifiuti nei normali cassonetti dei mercati. «Contestiamo le modalità del ritiro degli scarti - afferma Graziano Tidu, macellaio di via Quirra promotore del comitato - effettuato di mattina col mercato aperto in totale spregio delle norme igieniche». In pratica accade che alle 10,30 gli operatori della ditta EcoTeam o i loro colleghi della EcoService si presentino nei mercati e ritirino gli scarti da ogni box. Ossi, lische, grasso e altri residui. «Il tutto - riprende Tidu - davanti ai clienti che inorridiscono alla vista del sangue o delle teste mozzate degli animali. Senza contare che gli addetti non indossano mascherine né grembiuli (qualcuno si presenta con la maglia dell'Inter) e i resti finiscono dentro comuni buste di plastica anziché in sacchi ermetici». La tassa è stata introdotta nel 2007 con una norma europea del 2002 anti-mucca pazza (finalizzata a bloccare la produzione di farine animali) ma a detta degli operatori sarebbe stata male interpretata. «Gli scarti speciali individuati dall'Ue - sostiene l'avvocato Murgia - sono zoccoli, corna, pelle, piume, setole. Non gli ossi e il grasso che invece il Comune considera speciali obbligando gli operatori a smaltirli a loro spese mediante contratti individuali con EcoService o EcoTeam».
LA TASSA L'entità del balzello dipende dalla quantità di scarti prodotti. Qualche esempio? «Io pago 925 euro all'anno - si lamenta Bruno Medas, macellaio di via Quirra - e non ce la faccio più». Va peggio a Roberto Cois (San Benedetto) «dato che spendo 370 euro al mese». Nel panorama generale ci sarebbe anche chi spende 3 mila euro all'anno e chi paga 40 euro al mese senza produrre scarti. I commercianti versano a parte la Tarsu e dato che i loro rifiuti non sarebbero speciali, si chiedono come mai debbano pagare anche una ditta privata. Il responsabile di EcoTeam - l'imprenditore Sergio Podda - ha presenziato alla riunione limitandosi a dire che la sua società opera nel rispetto delle leggi vigenti. (p.l.)

11/02/2010