Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Giorgino, via allo sgombero

Fonte: La Nuova Sardegna
10 febbraio 2010

MERCOLEDÌ, 10 FEBBRAIO 2010

Pagina 1 - Cagliari

Cacciati dall’ex Edem Sarda i primi 25 senegalesi, gli altri andranno via tra oggi e domani



Il Cacip firma il contratto: impresa pronta a demolire



Molta tensione e niente incidenti, ma da giovedì area sotto controllo con sette vigilantes

CAGLIARI. Dovevano essere solo 42 gli extracomunitari alloggiati all’ex caseggiato dell’Edem Sarda, a Giorgino: invece erano 120. E quando ieri mattina i vigili urbani hanno comunicato l’ordine di sgombero si sono vissuti momenti di tensione. Niente tafferugli, ma attorno alle 16 il malumore si tagliava a fette. I primi 25 senegalesi hanno lasciato l’edificio, gli altri lo faranno oggi.
Non c’è scampo nè altra soluzione: l’ordinanza emessa dal sindaco prevede che i locali vengano liberati entro giovedì, ma dalla conferenza di servizi organizzata in prefettura sono partiti anche gli ultimatum a Enel e Abbanoa: entro la giornata di ieri doveva essere staccata l’energia elettrica ed entro quella di oggi l’acqua. I passi successivi sono scritti e il Cacip, che ha partecipato anche alla preconferenza di sabato scorso col presidente Emanuele Sanna e il direttore generale Oscar Serci, ha dovuto adeguarsi prontamente: ieri mattina alle 9 è stato firmato il contratto con la ditta di demolizioni Campus, che in tredici giorni dovrà radere al suolo l’edificio. Fatto anche l’accordo con l’azienda della vigilanza: fino a quando l’intervento dei bulldozer non sarà concluso sette guardie terranno sott’occhio il cantiere ventiquattr’ore su ventiquattro. Il timore è che usciti i senegalesi, le stanze dell’ex fabbrica vengano occupate da altri extracomunitari. D’altronde ieri, mentre le prime famiglie si allontanavano portandosi appresso masserizie e suppellettili, è apparso chiaro il tentativo di aprire la strada ad altri ingressi. Ma il Comune, che ha affidato alla dirigente dei servizi alla persona Ada Lai la vigilanza sull’operazione, non è disposto a tergiversare: si va avanti sino alla fine di questa storia. Gli sfollati non andranno sulla strada: la Caritas ha trovato appartamenti liberi in città e nei centri vicini, dove le famiglie potranno trasferirsi immediatamente. Alcuni andranno a vivere anche a Pitz’e Serra, nella periferia di Quartu. L’importante, in questa fase della vicenda, era liberare l’ex fabbrica. Le condizioni degli edifici sono precarie, quelle igieniche altrettanto. Almeno così risulta dalle ispezioni compiute dal Comune, ma c’è chi sostiene tesi diverse: locali abitabili, nessun problema igienico. Tant’è che ora si parla di un ricorso, mentre alcuni extracomunitari assistiti da associazioni si sono rivolti all’avvocato Carlo Monaldi per studiare il problema. Vista l’ordinanza non c’è tempo per un ricorso, che andrebbe presentato al Tar. L’idea di opporsi in extremis però non sembra sia stata abbandonata.
Emerge intanto un curioso retroscena, un dettaglio che avrebbe potuto far saltare l’operazione-sgombero almeno nella parte finale: la demolizione. Sabato scorso, al tavolo del prefetto Giuseppe Balsamo, è stato chiamato insieme ai rappresentanti del Comune, del Cacip e degli altri enti coinvolti anche il sovrintendente architettonico e paesaggistico Gabriele Tola: circolava voce che l’edificio con vista su Macchiareddu fosse stato costruito più di cinquant’anni fa. In quel caso l’intervento delle ruspe sarebbe stato interdetto, perchè nella classificazione tecnica l’ex Edem Sarda avrebbe assunto la veste di edificio storico. Non è così, quindi si andrà avanti a tappe forzate. Oggi la seconda giornata di sgombero. (m.l)