Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«I militari a Sant'Elia e Castello»

Fonte: L'Unione Sarda
17 giugno 2008

Soltanto a fine settimana si saprà se Cagliari è inserita nel decreto sicurezza. Le proposte di sindaco e prefetto 

Presìdi dell'esercito: ecco la mappa delle zone a rischio
L'elenco ufficiale delle città non è ancora noto. In Sardegna non è escluso che vengano impiegati i militari della Brigata Sassari.
Una lista ufficiale dovrebbe arrivare nel fine settimana: dirà se una parte dei 2.500 uomini dell'esercito, ipotizzati da un emendamento del “decreto sicurezza”, arriverà anche a Cagliari.
A decidere, sarà il Viminale. È ovvio che nel discorso rientreranno Roma, Milano, Napoli e Palermo, ma in queste ore si sta discutendo anche sull'inserimento del capoluogo nell'elenco.
Dove non c'è una emergenza legata alla criminalità, ma le forze dell'ordine lamentano ciclicamente organici ristretti e una difficoltà (numericamente parlando) a svolgere quello che i militari chiamano presidio del territorio . Cioè il controllo dei quartieri caldi e gli occhi sempre aperti su spaccio e prostituzione, i due business più redditizi in città.
QUARTIERI A RISCHIO Non è un caso se il sindaco Emilio Floris indica subito un possibile utilizzo dell'esercito: «Un posto di polizia fisso a Sant'Elia, Is Mirrionis e Castello. A Cagliari non abbiamo una vera e propria emergenza in questo senso, ma è sempre meglio prevenire che reprimere».
Il ministero dell'Interno dovrà anche indicare tempi, modi e finalità dell'operazione, anche se le prime bozze prevedono che i militari agiscano insieme alle forze dell'ordine cagliaritane.
«Così l'esercito avrà una funzione pratica diversa da quella delle missioni all'estero. Per questo mi piace l'iniziativa del Governo. Però dobbiamo ancora aspettare delle indicazioni più precise: saranno armati? Potranno svolgere operazioni di intelligence? Comunque sia, le decisioni verranno coordinate dalla Prefettura».
«TROPPO PRESTO» E a questo proposito, il prefetto Salvatore Gullotta attende ancora delle comunicazioni ufficiali da Roma: «Per il momento quello che so l'ho appreso dai giornali». Come dire: è ancora troppo presto per poterne parlare.
«Siamo ancora allo stadio embrionale: se ne deve discutere prima in Parlamento, poi sapremo qualcosa di più».
I soldati però potrebbero essere utili: «Se potessimo avere più forze di polizia, verrebbero utilizzate per il presidio del territorio. Quartieri come Castello, Marina, Sant'Elia e Is Mirrionis sono sostanzialmente sotto controllo, ma serve un rinforzo».
Gullotta comunque non è preoccupato dagli ultimi episodi avvenuti nel centro storico (bar e gazebo incendiati), che attribuisce ai singoli e non ad un calo della sicurezza in città: «È il classico gesto inconsulto, non c'è continuità tra gli eventi di questo genere. È anche vero che la polizia e i carabinieri lamentano da tempo delle ristrettezze d'organico, quindi i militari potrebbero servire. Ma dobbiamo distinguere un'azione di controllo ordinario da quelle straordinarie».
Come l'operazione Vespri siciliani (partita dopo le stragi di mafia) o la Domino , iniziata subito dopo l'11 settembre.
Gli obiettivi erano chiari: basi, caserme Nato e statunitensi, centri di trasmissione e di comunicazione.
E anche in questo caso il Viminale metterà nero su bianco l'elenco degli incarichi che avrà l'esercito: un programma che in Sardegna dovrebbe essere sotto la responsabilità della Brigata Sassari.
MICHELE RUFFI

17/06/2008