La sentenza. Il Consiglio di Stato ribalta la decisione del Tar sul via libera alle ville
«Concessioni carenti di motivazione». Il parere della Soprintendenza sarà vincolante
Elena Laudante elena.laudante@epolis.sm ¦
Per realizzare le villette sul Catino di Tuvixeddu, Nuove Iniziative Coimpresa dovrà chiedere il nulla osta alla Soprintendenza, che potrà negarlo se non compatibili col sito. La parola fine alla diatriba sul colle l'ha messa il Consiglio di Stato, che ha annullato la sentenza del Tar Sardegna favorevole al costruttore Gualtiero Cualbu. Erano dunque illegittime le due concessioni edilizie rilasciate dal Comune e cassate dai decreti dell'ex soprintendente ai Beni paesaggistici, Fausto Martino. Questi decreti erano a loro volta stati annullati dal Tar su richiesta di Coimpresa. Ora i giudici di Roma - estensore l'insigne giurista Roberto Garofoli - li riabilitano. La ragione è chiara. La Soprintendenza aveva ragione nel bocciare i provvedimenti del Comune per «carenza di motivazione». Nel dare il via libera la Commissione Edilizia non aveva preso in considerazione gli aspetti paesaggistici ma «si limitava, pur in presenza di un intervento di rilevanti dimensioni, ad esprimere il proprio parere “favorevole a condizione che sia fornita dimostrazione del rispetto delle altezze minime...” senza dunque attendere - si legge nella sentenza depositata ieri - ad una pur minima valutazione in ordine alla pur asserita compatibilità paesaggistica dell'intervento con la peculiarità del sito». Inoltre dopo quel parere, il dirigente che nel 2008 firma le concessioni lo fa sulla base di ulteriori documenti, non analizzati dalla Commissione. Non basta. Scrivono i giudici che l'Accordo di programma - il piano maestro del 2000 che assegna a Coimpresa la riqualificazione dei colli Tuvixeddu e Tuvumannu - non è esaustivo. Ci vogliono «valutazioni paesaggistiche dettagliate». «Altrimenti opinando - è un passaggio chiave - si introdurrebbe una troppo agevole modalità elusiva del sistema di controllo, tanto più significativa in considerazione della specifica sottoposizione al vaglio statuale dell'autorizzazione paesaggistica». Lo Stato dovrà essere sempre più presente nella realizzazione del complesso edilizio vicino alla necropoli fenicio-punica. Dal primo gennaio, per il Codice Urbani, le Soprintendenze possono annullare le concessioni nel merito e non più solo per questioni di legittimità.