La conversazione. L'imprenditore contro l'amministrazione e il sindaco. «Non decide»
A Cualbu non piaceva il comportamento del Comune di Cagliari sulla vicenda Tuvixeddu. E lo diceva chiaramente con i suoi interlocutori al telefono.
L'11 gennaio 2009 è stato intercettato mentre parlava con un certo Pietro dei progetti edificatori a Tuvixeddu. Negli atti dell'inchiesta che prosegue per il solo ex soprintendente Vincenzo Santoni - per il quale verosimilmente il pm Daniele Caria chiederà il rinvio a giudizio per tentato abuso d'ufficio e falso ideologico - è riportato il contenuto della conversazione. I due parlano di un incontro che non si è potuto tenere. Cualbu, in considerazione del fatto che non si è tenuto «quell'incontro», chiede cosa si debba fare. L'interlocutore risponde che «lui mi dice che forse conviene aspettare alla fine delle elezioni perché adesso si farebbe un polverone». Cualbu risponde che nel frattempo ci sono altre riunioni che inizieranno a contestare e che non può accettare lettere del capo area di gestione del territorio del comune di Cagliari Paolo Zoccheddu che gli chiede di pagare i danni. Cualbu dice che inizierà lui a chiedere i danni perché non può aspettare in quanto ci sono termini di legge: nel merito dice che l'incontro va fatto. Parlano poi del mancato rilascio di concessioni. L'interlocutore risponde che adesso punteranno su quelle.
Cualbu chiede chi dovrà rilasciare le concessioni (direttore generale, segretario generale), dicono quindi che nel caso di mancato rilascio ci può essere un'omissione di atti di ufficio e la condanna del Comune. Cualbu commenta infine: «È una cosa incredibile giocare per Soru al Comune di Cagliari per questa vicenda». Pietro spiega che «un'approvazione significa avere in sé le motivazioni del rilascio della concessione». Cualbu risponde che le motivazioni sono «negli atti compiuti dal Comune, dal Tar e dal Consiglio di Stato».
Infine, la «gravità e degli effetti del mancato pronunciamento da parte del Comune»: ne parlerà col Sindaco che «è inconcludente e che ha già fatto il danno sin dal 2006».
M. F. CH.
07/02/2010