Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Mozart e Beethoven riletti con passione da un grande Harding

Fonte: La Nuova Sardegna
4 febbraio 2010

GIOVEDÌ, 04 FEBBRAIO 2010

Pagina 36 - Cultura e Spettacoli





Il celebre maestro ha diretto la Mahler Chamber Orchestra al Comunale in uno splendido concerto. Rimarcabile l’incontro con il superbo pianista Lars Vogt

GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. Delle orchestre fondate da Claudio Abbado questa è la seconda che arriva al Comunale. Dopo la «Mozart» guidata a novembre da lui stesso, è difatti approdata al Lirico, martedì, la Mahler Chamber Orchestra con il suo direttore principale Daniel Harding. Appuntamento che non andava perso, anche e non meno, per la presenza di Lars Vogt nel «Concerto n.21 in do maggiore per pianoforte e orchestra K.467» di Mozart. Capolavoro indiscusso della letteratura pianistica, nonché pietra miliare della “forma-concerto” per tastiera, questo vertice della creatività mozartiana sembrava trovare un’ideale incarnazione proprio nel connubio Harding/Vogt. Entrambi forgiati nientemeno che da una stretta collaborazione professionale con gli ultimi direttori ufficiali dei Berliner Philharmoniker (Abbado e Rattle), quella che offrono è un’esecuzione di bellezza intensa e palpabile: Vogt per come ricama i disegni imitativi e contrappuntistici nel dialogo solista-orchestra, impreziositi da un tocco quasi romantico ed intimista (guarda caso, farà da bis il Notturno postumo in do diesis minore B.49 di Chopin), tecnica cristallina, fraseggio ben definito, con un istinto poetico, misurato ed efficace; Harding impeccabile dal canto suo per l’eleganza suprema e la pulizia d’insieme, propone un taglio interpretativo che risulta magistralmente scorrevole e radioso.
Ma le pagine che il direttore inglese pare avere effettivamente nel sangue sono quelle beethoveniane. Una è l’ouverture «Egmont» op.84, solenne introduzione e compendio di tutte le altre musiche di scena che Beethoven realizzò per l’omonimo dramma teatrale di Johann Wolfgang von Goethe. «Desidero molto conoscere il suo giudizio: anche il biasimo per me e per la mia arte mi sarà utile e lo accoglierò volentieri come la maggior lode»: con tale venerazione Beethoven, nel 1811, scriveva così al grande poeta tedesco. E nella lettura di Harding ritroviamo tutto lo slancio etico, idealistico e tragico dell’eroe che viene rappresentato, grazie ad uno scavo profondo e scrupoloso che fa emergere dalla partitura anche le sfumature e gli accenti più nascosti.
Come perfetto “pendant”, è stata quindi eseguita l’«Eroica», Terza Sinfonia op.55 di Beethoven. È qua che vengono fuori tutte le migliori doti della Mahler Chamber Orchestra: la precisione d’ogni settore strumentale (encomiabili davvero gli ottoni e i legni!), il suono sempre ricco sebbene povero di “vibrato”, ma capace comunque di mille chiaroscuri. È un’analisi splendida quella effettuata da Harding, che cesella ogni fugato e ogni singolo sviluppo motivico, sottolineando, in maniera capillare, la complessità del tessuto compositivo; c’è una continua escursione termica del pathos, dovuta alle sonorità sapientemente cangianti: se alcuni temi sbocciano con delicatezza da un “pianissimo” di tutta l’orchestra, altri ancora irrompono energici attraverso la pulsazione ritmica, che Harding rende spesso tellurica o tagliente. Affascinanti poi certi “crescendo”, quasi rossiniani, realizzati nei tempi veloci, così come in generale pure l’agogica che, soprattutto nella marcia funebre del secondo movimento, regala momenti di struggente lirismo. Un Beethoven memorabile.
Questo sabato, invece, alle ore 19 la Stagione concertistica del Lirico proseguirà con un recital all’insegna della musica da camera. Salirà infatti sul palco del Comunale un ottetto d’eccezione, formato dai componenti del Quartetto Vogler e del Quartetto Kuss, in un programma che prevede l’esecuzione dell’«Ottetto in mi bemolle maggiore per archi, op.20» di Felix Mendelssohn-Bartholdy, il «Quartetto in si bemolle maggiore op.67» di Johannes Brahms, e il «Quartetto n.1 per archi» di Erwin Schulhoff.