Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il Cagliari paghi 880 mila euro»

Fonte: L'Unione Sarda
2 febbraio 2010

Il Comune vince un contenzioso avviato 16 anni fa dal commissario prefettizio per l'affitto del Sant'Elia tra il '70 e il '94

La società condannata a versare tutti i canoni arretrati

Il Cagliari Calcio ha perso la battaglia legale sul pagamento del canone per l'uso dello stadio: dovrà versare gli arretrati al Comune.
Una delibera del commissario prefettizio nel 1994, l'opposizione immediata davanti al giudice civile e ieri, dopo 16 anni, la sentenza. Il Cagliari Calcio deve versare nelle casse del Comune circa 880.000 euro, più gli interessi maturati dal momento in cui è stata intentata la causa. Tutto perché dal giorno dall'inaugurazione, nel 1970, per due anni, e poi dal 1979 fino al 1994, la società rossoblù non ha pagato il canone per la concessione dello stadio. In realtà il Comune chiedeva molto di più: il risarcimento dei danni subiti dalla struttura in occasione delle partite di calcio, i consumi di energia elettrica (36.000 euro), le spese sostenute dal Comune per le opere di manutenzione e la pulizia non eseguite dal Cagliari.
Quando il commissario prefettizio aveva presentato il conto Massimo Cellino era proprietario della società da soli due anni ma, si sa: il cambio di proprietà non elimina gli eventuali debiti che, anzi, vengono accollati all'acquirente. E così, sedici anni fa, per opporsi alle richieste di Via Roma Cellino si era rivolto al giudice civile. La sua causa andava oltre la semplice opposizione: la società rossoblù pretendeva la restituzione delle spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria, il costo di tessere, abbonamenti e biglietti consegnati al Comune, il mancato introito derivante dall'utilizzo di metà della tribuna d'onore. Il tutto a partire dal 1980. Non solo: il Cagliari chiedeva, a titolo di indebito arricchimento, la somme che il Comune aveva incassato dal primo luglio 1992 per l'affidamento a terzi della gestione della pubblicità all'interno dello stadio Sant'Elia.
Citato in giudizio, il Comune non era stato a guardare: con un atto dell'avvocato Carla Curreli aveva contestato tutte le pretese del Cagliari Calcio sostenendo, tra l'altro, che l'utilizzazione dello stadio sarebbe avvenuta senza un'apposita convenzione. O meglio: era stata stipulata una prima convenzione nel 1979 ma poi, in seguito al recesso manifestato dalla società, il rapporto era stato regolato sulla base di delibere regolarmente portate a conoscenza del Cagliari Calcio alle quali tutti si erano sempre richiamati.
Dopo sedici anni di battaglia legale, processo non propriamente breve, il 29 gennaio scorso il giudice del Tribunale civile Paolo Piana ha letto la sentenza e, contestualmente, l'ha depositata in cancelleria con le motivazioni. Ebbene: le richieste del Cagliari Calcio sono state respinte in blocco, così come sono state respinte le istanze del Comune sulle spese per manutenzione e pulizia. Quanto al centro del contenzioso, il pagamento dei canoni per l'utilizzo dello stadio, il giudice ha dato ragione al Comune: la società rossoblù dovrà versare nelle casse di Via Roma 835.199,22 euro per canoni di concessione dello stadio Sant'Elia dal 1979 al 31 gennaio 1994, oltre gli interessi legali a partire dal momento in cui è stata intentata la causa. Il Cagliari dovrà versare inoltre 41.035,83 euro per i canoni di concessione d'uso dello stadio dal primo settembre 1970 al 31 agosto 1972, secondo quanto previsto dall'articolo 16 della convenzione stipulata tra le parti con atto del Segretario comunale firmato l'8 agosto 1973, oltre gli interessi legali a far data dal 1994.
Il Cagliari Calcio dovrà infine versare al Comune i tre quarti delle spese di lite pari a 11.345 euro.
MARIA FRANCESCA CHIAPPE

02/02/2010